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La rinascita di Ljajic

02.11.2012 | 09:41

Adem Ljajic è assistito, da sempre, dalla stella dei predestinati. Serbo di Novi Pazar, classe 1991, a 21 anni appena compiuti ha fatto già parlare un bel po’ di sé. A 14 anni viene tesserato dal Partizan Belgrado, storica società serba grazie alla quale esordisce in campionato (due titoli e una coppa nazionale per lui) e, soprattutto, nei preliminari di Champions League, sempre nel 2008. L’opzione d’acquisto che gli attenti manager del Manchester United decideranno di non esercitare sarà solo la prima di una lunga serie di attenzioni che svariati club europei riporranno sulla sua carriera. Nel Gennaio del 2010 sbarca in Italia, nelle fila della Fiorentina, per volontà dell’allora Direttore Sportivo Pantaleo Corvino. L’allenatore Cesare Prandelli lo schiera col contagocce per tutto il girone di ritorno, facendogli collezionare appena 9 presenze. Diversa la situazione la stagione seguente in cui, grazie all’arrivo sulla panchina gigliata del suo connazionale Sinisa Mihajlovic, le presenze si moltiplicano, ben 26 condite da 3 gol che contribuiscono al piazzamento finale in nona posizione della compagine del Presidente Della Valle. Il campionato 2011-2012, però, si rivelerà disgraziato tanto per la Fiorentina quanto per lo stesso Ljajic: Mihajlovic viene esonerato nel mese di Novembre a causa dell’altalenante rendimento della squadra e il suo posto viene occupato dal riminese Delio Rossi. L’ex tecnico del Palermo cozza fin da subito col modo svogliato di scendere in campo di Adem, spesso dedito a giocate fini a se stesse e più in generale figlie di un’irritante sufficienza. Il culmine degli screzi arriva il 2 Maggio durante Fiorentina-Novara: Rossi sostituisce Ljajic per far posto a Ruben Olivera, il serbo non la prende bene e applaude sarcasticamente l’allenatore. Da lì un alterco prima verbale e poi persino fisico, con Delio Rossi che aggredisce letteralmente Ljajic all’interno della panchina viola. L’allenatore ha la peggio nelle scelte della società, esonerato già qualche ora dopo, ma anche per Ljajic la stagione finisce là. Così come rischiava di finire prematuramente la sua avventura alla Fiorentina: l’estate 2012, infatti, vede Adem sul piede di partenza, interessate a lui diverse squadre straniere e soprattutto il Torino in Italia, cui viene praticamente promesso. Ma l’affare non si concretizzerà mai, il buon precampionato del talento serbo convince il neo-tecnico viola Vincenzo Montella a puntare nuovamente su di lui. Complice il mancato arrivo di Berbatov, i problemi fisici che affliggono El Hamdaoui e i 35 anni suonati di un Luca Toni ormai panchinaro di lusso, Ljajic è riuscito finora a confermarsi come titolare al fianco dell’inamovibile Stevan Jovetic. Fino al gol di domenica scorsa, in casa contro la Lazio (2-0 il risultato finale), un siluro da fuori area dritto alle spalle di Bizzarri, a suggellare il momento d’oro di un ragazzo che grazie alla fiducia di Montella e la mente sgombra da pensieri è rinato, facendo ben sperare la Fiorentina per la sua definitiva consacrazione. Le doti tecniche non mancano, starà a Montella – uno che coi giovani ci sa fare – sfruttarne al meglio le potenzialità, per un attacco tutto all’insegna dei piedi buoni.