LA RIVINCITA DI MOLINARO
28.03.2014 | 09:30
Minuto 62 di Juve-Parma: Cristian Molinaro consuma la sua personale vendetta, scaraventando alle spalle di Gigi Buffon un sinistro al fulmicotone che riapre la partita, tenendola in bilico fino al triplice fischio di Banti. E poco importa, verosimilmente, che il risultato poi non sia cambiato più. In tanti hanno intravisto dietro quella esultanza smodata, quasi un unicum in ambito di gol dell’ex, tutta la voglia dell’esterno campano di “urlare” la sua rivincita al cospetto di quel pubblico che poco lo aveva amato nei 30 mesi trascorsi in bianconero agli ordini di Claudio Ranieri, prima, e Ciro Ferrara, poi.
Altre storie, altre Juventus, erano gli anni della ricostruzione e tutto l’ambiente era poco tollerante, voglioso com’era di tornare a primeggiare anche perché memore dei freschissimi fasti della corazzata distrutta (forse un po’ troppo frettolosamente, historia docet) nell’estate del 2006. Come avrete ampiamente intuito, il nostro approfondimento odierno è dedicato proprio al terzino trentenne, riscopertosi goleador in Emilia. Sì, perché son già due le reti messe a segno da Cristian nelle 7 presenze collezionate sin qui in maglia ducale: incredibile a dirsi, ma è lo stesso bottino che il giocatore aveva accumulato nei precedenti 12 anni di carriera, in cui entrò nel tabellino dei marcatori ai tempi della Salernitana (in B contro il Bari, stagione 2004-05) e proprio indossando la casacca della Vecchia Signora guarda caso bucando il Parma al Tardini, in Coppa Italia. Dopo di che, il nulla cosmico a livello realizzativo.
Ad ogni modo, riportato in Italia a gennaio – praticamente a costo zero – dal sempre lungimirante Pietro Leonardi, Molinaro ha subito spodestato Massimo Gobbi, impadronendosi della corsia prediletta.
Ripercorrendo le tappe più significative del suo percorso, Cristian nasce il 30 luglio del 1983 a Vallo della Lucania e muove i primissimi passi nella locale Gelbison, quindi approda nel settore giovanile della Salernitana dove completa tutta la trafila fino all’esordio in prima squadra, datato aprile 2003. In totale, alle latitudini dello stadio Arechi mette insieme 83 apparizioni, mettendosi in mostra al punto da convincere la Juventus ad acquisirne le prestazioni, in comproprietà con il Siena. Spedito a farsi le ossa in Toscana, nell’arco di un biennio il laterale del Cilento scende in campo 58 volte, guadagnandosi la titolarità dopo la cessione di Gianluca Falsini. Il 20 giugno 2007 la Juve lo riscatta versando per la seconda metà 2,5 milioni di euro nelle casse della Robur. All’esperienza torinese abbiamo già fatto accenno: Cristian corre, si impegna, si sbatte, ma non conquista mai del tutto i fini palati sabaudi.
E così, dopo due annate da titolare e gli ultimi 4 mesi vissuti da comparsa, in seguito all’arrivo di Fabio Grosso, nella sessione invernale del calciomercato 2010 passa in prestito allo Stoccarda, che si riserva il diritto di acquisirne a titolo definitivo le prestazioni. Cosa che puntualmente si verifica il 14 giugno: Molinaro era stato da poco nominato miglior terzino della Bundesliga, lasciando a bocca aperta tutti gli addetti ai lavori, il riscatto a 4 milioni costituisce una sorta di passaggio obbligato per il club teutonico, con tanto di contestuale proposta quadriennale debitamente sottoscritta.
Anche il neo Ct Cesare Prandelli si accorge di lui e l’agosto successivo lo convoca, schierandolo poi dal 1’, in occasione dell’amichevole contro la Costa d’Avorio disputata a Londra. La parentesi azzurra però si chiude ben presto, mentre l’avventura oltre confine prosegue con esiti nel complesso positivi fino al termine della scorsa stagione. In estate lo staff coordinato dal ds Fredi Bobic prova infatti a cederlo in tutti i modi, i russi del Kuban Krasnodar insistono ma l’italiano non ne vuole sapere e così finisce ai margini della prima squadra, scaldando il seggiolino in tribuna fino alla chiamata del Parma, che lo porta via dalla Germania con sei mesi di anticipo rispetto alla naturale scadenza. Contratto fino a giugno, intanto, con opzione per ulteriori due anni da far eventualmente valere. E ad un Molinaro così, Ghirardi e Leonardi difficilmente potranno rinunciare.