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LA RIVINCITA DI PASCIUTI, COME LUI NESSUNO MAI

10.01.2016 | 09:30

La Serie A è il sogno di ogni giocatore e squadra, a maggior ragione quando non vi è la benché minima abitudine alla categoria. Dal 28 aprile del 2015 in quel di Carpi si vive un sogno, al quale bisogna restare aggrappati con le unghie e con i denti. Nel complesso la matricola emiliana, al suo storico primo campionato nella massima serie, non sta sfigurando. Per salvarsi, però, la politica dei piccoli passi da sola non può bastare. Ieri la banda Castori aveva un solo imperativo: ritrovare quella vittoria che mancava dallo scorso 29 novembre, ossia dal blitz a Marassi contro il Genoa. Le premesse motivazionali c’erano, quelle fattuali no dal momento che l’Udinese, oltre a poter vantare un organico di qualità nettamente superiore, stava attraversando un ottimo momento, certificato dalle due vittorie consecutive raccolte contro Torino e Atalanta. A voler tacere dell’assenza, motivata da intuibili motivi di mercato, di Borriello e Matos, non convocati per scelta societaria e in odor di cessione malgrado il positivo rendimento di questa prima parte di stagione. Ebbene, il Carpi nonostante tutto ha compiuto la missione, regolando i friulani per 2-1 e dando così continuità al buon pareggio esterno conquistato il giorno dell’Epifania sul campo della Lazio. E nell’economia dell’incontro ha pesato eccome Lorenzo Pasciuti, che con la precisa incornata che ha sbloccato il risultato al 26’ del primo tempo è oltretutto entrato di diritto nella storia del calcio italiano. Mai nessuno aveva infatti realizzato, dalla Serie D alla A, almeno una rete con la stessa maglia. Il record precedente apparteneva a Raffaele Rubino, attaccante di professione a differenza del nostro personaggio del giorno, che con la casacca del Novara era riuscito nella stessa impresa, iniziando però dalla vecchia serie C2. Pasciuti invece col Carpi ha assaporato la gioia del gol in cinque categorie, protagonista di tutta la cavalcata del club di Bonacini, con ben quattro promozioni dal 2010 al 2015. E considerato che la Lega Pro ormai è unificata, e che quindi non esistono più quattro serie professionistiche, il traguardo tagliato dal versatile centrocampista 26enne verosimilmente resterà imbattuto.   

La massima serie non è fatta soltanto di campionati patinati, ma anche di calciatori “normodotati”, chiamiamoli così, che faticano e sgobbano ancora più degli altri per restare a galla e dimostrare di essere all’altezza del proscenio sul quale sono chiamati a recitare. Rileggendo le dichiarazioni rese da Lorenzo dopo il triplice fischio, capirete come l’approfondimento odierno risulti praticamente doveroso: “Sono molto felice sia per il record che per la vittoria di oggi. Dobbiamo cercare di fare più punti possibili, provando a giocarcela con chiunque. Sappiamo che ci sono squadre più attrezzate di noi, proprio per questo dobbiamo dare il tutto per tutto e ancora di più. Quanto a me, ho fatto tantissimi sacrifici per arrivare a giocarmi questa chance in A con il Carpi, ho vinto tanti campionati e adesso sto davvero vivendo un sogno. Alcuni dicevano che non potevo giocare in C2 e ho vinto il campionato, altri dicevano che non ero buono per la C1 e ho vinto anche quello, figuriamoci in Serie B! Medesimo copione, stessi discorsi e sapete tutti com’è andata a finire. Se è una mia rivincita personale? Non so, ma poco ci manca”.

Lorenzo nasce a Carrara il 24 settembre del 1989 e calcisticamente si forma nel vivaio dell’Albinoleffe, per poi passare alla Massese che, dopo averlo fatto esordire in C1 nel 2006-07, lo girà in prestito alla Biellese nei dilettanti. Stessi campi calcati con Pisa e, appunto, Carpi. La sua storia all’ombra del “Cabassi” (ricordiamo che però quest’anno i biancorossi giocano i match interni al “Braglia” di Modena) inizia ufficialmente nel dicembre del 2009: sin qui sono 167  le presenze accumulate in gare ufficiali, con 16 reti all’attivo. La sua dote più evidente è la duttilità. Lorenzo, munito di un fisico scattante (172 cm per 69 kg), è infatti un vero è proprio jolly, potendo disimpegnarsi – all’interno di qualsiasi modulo – sia come esterno, alto o basso (preferibilmente a destra, ma alla bisogna può giocare anche sull’out mancino), che come centrale di centrocampo. A Carpi qualcuno lo chiama “Sindaco”, posto che in squadra è una vera istituzione, di certo le copertine odierne sono più che meritate.

Foto: Twitter Carpi