Ultimo aggiornamento: venerdi' 27 dicembre 2024 00:30

LA TESSERA DEL DIRIGENTE

01.03.2015 | 22:30

Ci hanno fatto una testa così (eufemismo) con la tessera del tifoso. Pensavano, credevano, immaginavano di risolvere tutto con una cosa davvero futile, inutile, che mai avrebbe consentito di uscire dal tunnel. Non era quello il vero problema, è stato un flop. Ci hanno massacrato di supposizioni, teorie, tornelli (sarebbe stato più salutare mangiare un piatto di tortelli e non pensarci proprio), hanno imbarcato ettolitri di acqua. E siamo affogati tutti. Se fossimo un Paese calcisticamente idoneo, e con idee chiare, avremmo (avrebbero) da tempo sfoderato un’altra tessera. Quella del dirigente perfetto. Anzi, idoneo e con la patente giusta per stare in questo mondo fatto di bla-bla-bla, di amici degli amici, di qualche addetto ai lavori sonnecchiante anche nel mondo dell’informazione. A proposito: chi invoca il tintinnio della manette adesso per il caso Parma, dovrebbe anche vigilare. Noi il tintinnio lo lasciamo eventualmente a chi ha la competenza di giudicare e decidere. Invece, quando il signor Ghirardi è stato ospite in diretta, mai una domanda scomoda, mai un quesito normale. “Scusi, Tommaso, ma lei questo disastro come l’ha provocato? Ci dia una spiegazione, ci faccia capire”. Nulla. Quindi, facciamo che prima ci sia il tintinnio delle parole, poi diventiamo tutti maestri. Invece, neanche una parola, neanche una domanda. Facciamo un bel tintinnio di quesiti giusti, quindi possiamo salire tutti in cattedra.

 

La tessera del dirigente perfetto, dunque. Prima che si scateni una tempesta che per la verità è già in corso. E siamo, purtroppo, a livello quasi di tsunami. Un vademecum che consenta di capire chi ha la patente e chi neanche il foglio rosa per frequentare questo mondo bellissimo e contemporaneamente avariato. Per questo motivo abbiamo chiesto un commissariamento, un intervento dall’alto, magari di Malagò, magari andando oltre. Il presidente del Coni parla giustamente di campionato falsato, ma cosa dovremmo fare per evitare che si ripetano situazioni del genere? Alcune cose, magari queste.

 

1) Basta con questi personaggi a caccia di pubblicità a sbafo. Che, se la facessero su un sito o su qualsiasi canale televisivo, sarebbero costretti a pagare centinaia di migliaia di euro. E invece trovano spazio sui giornali, interviste e virgolette come se grandinasse, manco fossero i nostri profeti. Un Manenti non può trovare spazio, basterebbe controllare cosa ha fatto in situazioni analoghe e alle prese con altri club. Ha preso in giro il mondo con la storia del bonifico, noi asini che dobbiamo ascoltare e memorizzare le sue parole. Un Taçi dovrebbe essere interdetto, escluso da qualsiasi presunta trattativa per rilevare una società. Fuori, vietato l’ingresso a vita. E nel mondo della Lega Pro ci sono personaggi che acquistano, vendono, rilevano pacchetti di maggioranza e non si sa chi siano, cosa facciano, cosa intendano e quali film abbiano girato. Questa gente non può ambire nemmeno al famoso foglio rosa. Divieto d’ingresso, stop a vita. Automatico.

 

2) Marotta ha ragione da vendere quando sostiene che se è stato permesso a Lotito di querelare Iodice, direttore generale dell’Ischia, non sia capisce per quale motivo non gli sia stata concessa la stessa cosa (proprio nei confronti del patron della Lazio) per un regolamento che vieta ai tesserati simile iniziativa per violazione della clausola compromissoria. Allora, vale per tutti o per nessuno? Per chi vale? Per Marotta sì e per Lotito no? Perché? Qual è il criterio? Chi lo ha inventato? Chi controlla? Perché nessuno interviene e siamo in mare aperto con una barchetta presa a schiaffi ogni minuto dalle onde altissime? Siamo già affogati, nessuno viene a recuperarci.

 

3) Non se ne può più di inibizioni e di cadute di stile, di parole senza senso, di offese gratuite senza soluzione di continuità. E che sconfinano addirittura nel razzismo puro. Poi chiedono ai tifosi di dare un esempio? E loro, quelli al vertice, che fanno? Danno l’esempio contrario? Simpatici… Ma al terzo o al quarto autogol del genere la tessera del dirigente andrebbe ritirata per cinque o sei anni. Se tu vai contromano in autostrada e provochi un incidente (ma anche se non lo provochi), ti fermano chissà per quanto tempo. Dovrebbe valere la stessa regola, perché non vale? Senza considerare che ci sarebbe gente da mandare a casa a prescindere.

 

4) La tessera del dirigente non può comprendere ex agenti Fifa che all’improvviso, chissà perché, cambiano vita. Meglio: potrebbe comprenderli soltanto dopo che, fatti alla mano, questa gente dimostrerà di essere all’altezza della situazione. Almeno un po’: qualche indizio, qui non ne esiste neanche mezzo. Un commercialista non può diventare ingegnere, un avvocato non può travestirsi da chirurgo, un manovale non può fare l’odontotecnico e viceversa. Qui succede che al signor Cosentino danno le chiavi del Catania e i danni sono peggiori di un cataclisma. Se avessero chiesto all’edicolante di fronte casa Pulvirenti, avrebbe fatto meglio. Il signor Imborgia, ex dirigente del Parma, diventa il padre padrone del Varese e i primi effetti sono devastanti. Il signor Caliendo, che prima si divertiva con Trezeguet, è il deus ex machina del Modena. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il signor Penocchio, che ha sfasciato il Padova in cinque minuti, era il vice-presidente del Parma e abbiamo detto tutto. Andiamo avanti così, che fa bene alla salute.

 

Adesso ci dicono che la prossima in Lega sarà un’assemblea infuocata. Il Cesena, ne abbiamo già parlato, ha intenzione di chiedere di tutto e di più, compreso il blocco delle retrocessioni. Non ne usciamo, non possiamo uscirne. Chi è davvero super partes mandi a casa, d’urgenza, chi deve andarci con effetto immediato. E ci proponga un piano, come se fosse un decreto legge tutto calcistico, con la tessera del perfetto dirigente. Ovvero, chi può e deve stare in questo mondo. E chi merita di essere fuori, senza “se” e senza “ma”.

Aspettiamo, forse aspetteremo invano. Tanto il calcio ce l’hanno già rotto. Qui si tratta solo di capire quanta voglia avranno di frantumarlo ancora. E se c’è qualcuno, in giro per le nostre belle parrocchie, in grado di fermare questo scempio. C’è qualcuno?