L’ADM rivede il divieto di pubblicità e sponsorizzazione dei giochi d’azzardo: nuove prospettive per il 2025
03.01.2025 | 09:40
Dopo anni di polemiche, sembra che il settore del gioco d’azzardo potrà a breve affrontare un cambiamento chiave per riaprire il tema della pubblicità e sponsorizzazione dei giochi in Italia. Era il 2018 quando venne introdotto il divieto di pubblicità sui giochi d’azzardo con il “Decreto Dignità”. Una scelta che è stata duramente criticata sia dagli operatori del settore che da diverse squadre sportive di Serie A e B.
Tale scelta rappresenta quindi un potenziale punto di svolta soprattutto per il settore calcistico che potrà così tornare a giocare un ruolo chiave nelle partnership sul territorio italiano.
Divieto revisionato: ecco perché si è arrivati qui
A parlare riguardo all’attuale condizione dell’industria è stato Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), per il quale l’attuale quadro normativo è definito ipocrita. Tale decisione avrebbe infatti danneggiato l’economia nazionale senza riuscire a contrastare efficacemente il gioco patologico, ha poi continuato Alesse, dando voce e un pensiero comune di molti addetti ai lavori che chiedono cambiamenti da diversi anni. Essendo infatti una condizione così particolare, vi è la necessità di cambiare le regole per cercare di allentare le restrizioni per il bene di entrambe le industrie.
Partendo dal modello europeo si vuole quindi provare a migliorare la normativa italiana per stimolare il mercato legale, aumentando al tempo stesso le entrate fiscali e riducendo la presenza di operatori illegali sul territorio italiano.
Cosa cambia nel settore dei giochi
La revisione delle regole non solo potrebbe avere un impatto positivo all’interno delle società calcistiche, ma anche sull’industria dei giochi, favorendo un ambiente più competitivo e trasparente. Pensiamo, per esempio, agli operatori e ai casino online italiani autorizzati, che godrebbero così di maggiore visibilità sui media tradizionali e digitali. Il tutto senza rinunciare alla sicurezza garantita dalle licenze di gioco (9 anni di durata e un costo di 7 milioni di euro ciascuna), alla tutela dei giocatori e al supporto del gioco responsabile.
Una situazione che è simile a ciò che accade in altre legislazioni, come nel Regno Unito, dove gambling, betting online e calcio camminano di pari passo con un alto livello di certificazione e sicurezza.
E le società calcistiche
Ma il ritorno alle sponsorizzazioni, alle partnership tra casinò e società calcistiche potrebbe avere un impatto significativo e finanziario di grande rilievo. Subito dopo il divieto, diversesquadre di Serie A hanno subito profonde perdite in bilancio a causa dei mancati accordi con gli operatori di gambling. Il ritorno trasparente verso nuovi accordi pubblicitari con aziende del settore gaming, potrebbe migliorare anche la qualità e la frequenza dei contenuti offerti ai consumatori. E i soldi in questione possono essere poi usati per introdurre non solo campagne di sicurezza, ma anche progetti editoriali più ambiziosi.
Quali sono le prospettive future davanti alla “riapertura” sulla pubblicità
Non è ancora il momento di festeggiare, ma qualora le modifiche normative venissero ufficialmente approvate, il 2025 potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per il mercato italiano del gioco online. La gestione di questa nuova regolamentazione pubblicitaria potrà anche sembrare un passo indietro, ma si tratta di aumentare il livello di protezione dei giocatori cercando di controllare in modo diverso il settore degli sponsor in Italia.
Dopo le grandi difficoltà vissute in questi anni (e qualche trovata geniale per aggirare l’ostacolo), ci sono ottime speranze rispetto alla capacità di continuare a lavorare sulla costruzione di un ambiente e un sistema normativo solido.
In conclusione, con la revisione del divieto pubblicità e sponsorizzazione del gioco d’azzardo, gli operatori e società sono in trepidante attesa. Resta quindi da capire come queste nuove regole potranno ridisegnare l’intero panorama del gioco legale nel nostro Paese. E soprattutto a partire da quando!