Un weekend calcistico nel segno dei Gomez, dell’Argentina e delle conferme. Il primo, Alejandro Dario Gomez, ha spazzato via la Lazio con una doppietta. Il secondo, Juan Ignacio Gómez Taleb, ha regalato al Verona il secondo posto con un gol che ha steso la capolista Sassuolo. Ieri vi abbiano parlato del “Papu” (clicca qui per leggere l’articolo), oggi è la volta di “Juanito”.
Classe 1985, anche lui è cresciuto, come il suo omonimo, nelle giovanili dell’Arsenal Sarandi. In Argentina però Gomez non ha trovato molta fortuna e quindi decise, a soli 19 anni, di trasferirsi in Italia. Venne notato dal Ferentino, piccola formazione in provincia di Frosinone e partecipante al campionato di serie D. Una sola stagione gli è sufficiente per fare subito il grande salto alla Triestina. La serie B però è un mondo ancora troppo grande per lui e Gomez si sente spaesato. Meglio quindi scendere nuovamente di categoria, questa volta in C2, nel Bellaria Igea. Due anni importanti, specie il secondo dove l’argentino, autore di cinque gol, porta i romagnoli al settimo posto.
Le sue giocate non passano inosservate all’allora presidente del Verona Previdi che lo mette a disposizione di Remondina. Il primo anno però non è certo dei migliori: chiuso da attaccanti come Girardi, Tiboni e Scapini, Gomez racimola solo qualche spezzone di gara. Le cose non migliorano l’anno successivo (2009/2010), anzi se possibile peggiorano. Il ds Bonato rivoluziona completamente la rosa e in avanti arrivano Berrettoni, Ciotola, Colombo, Farias e Selva con Gomez relegato al ruolo di riserva delle riserve. Quando a gennaio arriva anche Francesco Di Gennaro, Juanito capisce che è arrivato il momento di cambiare aria. Per lui si aprono le porte del Gubbio (ancora la C2): una scelta che sa quasi di bocciatura. In Umbria però Gomez esplode, specie nella seconda stagione in Prima Divisione sotto l’accurata guida tecnica di Torrente e Simoni. Diciotto gol in 31 apparizioni, lanciano il Gubbio in serie B e la punta fa il suo ritorno a Verona.
Qui diventa un punto fisso dell’attacco e non perde il vizio del gol timbrando il cartellino per 14 volte. Gomez ha avuto anche il merito di non perdersi dietro a chi, nonostante i gol e gli assist, continuava a criticarlo. Preferiva far parlare il campo e i fatti gli hanno dato ragione. Non ci sarebbe da stupirsi se il prossimo anno “Juanito” raggiungesse “el Papu” nella massima serie.