LAPAMILAN, IL GOL NELLE VENE
26.06.2016 | 00:25
LapaMilan, la scorciatoia migliore per dire: dal trono della B a San Siro. Ora su Gianluca Lapadula si sprecheranno le sentenze, i pregiudizi, le esaltazioni. Il tifoso medio del Milan magari dirà che non si può passare da Van Basten a Lapadula, come se non avesse memorizzato le situazioni che cambiano. Quello più prudente aspetterà di vederlo in azione prima di giudicare. Il meritocratico, quello senza puzza al naso, ammetterà che la scalata del ragazzo di Torino è stata degna del miglior Messner.
Dovrebbero fischiare le orecchie a chi, tre anni fa, aveva spedito Lapa al Nova Gorica. Usciamo per un minuto dal discorso Milan e pensiamo quanto possa essere penalizzante mandare un attaccante in esilio, in sua compagnia c’era anche Coda oggi alla Salernitana, salvo poi scoprire che era stata una decisione sbagliata. Tornato in Italia, Lapa ha fatto un percorso netto: ha preso per mano il Teramo per una fantastica promozione in B poi sporcata da altre cose, s’è caricato il Pescara sulle spalle permettendo il salto in alto. Eppure lo consideravano degno della Slovenia, con tutto il rispetto, della periferia del calcio e nulla più. Sbagliare è umano, ma partire prevenuti è delittuoso.
LapaMilan ha il gol nelle vene. Un’applicazione feroce. I colpi da campione. Già, lui riesce a individuare una strada anche quando le tangenziali sembrano chiuse. Trova una strada e inventa qualcosa: in rovesciata o in acrobazia, sbucando da una curva, giocando sul centimetro e sul centesimo di secondo. Quando in qualsiasi momento del tuo lavoro ci metti passione, di sicuro hai un chilometro di vantaggio sulla concorrenza. Quando alla passione aggiungi i fatti concreti, nel bel mezzo di tante chiacchiere, ecco che si potrebbe aspettare prima di esprimere giudizi affrettati o avventati. Noi siamo un popolo di poeti, navigatori, ma anche di grandi attaccanti. E i grandi attaccanti possono arrivare tardi, dopo aver fatto una gavetta lunghissima e dopo aver sopportato qualche giudizio prevenuto. Lapadula ha 26 anni, mica 32, quindi non mettiamo il disco delle banalità.
Alla fine conterà il campo, saranno decisivi i numeri, quindi i gol che farà. Ma è stupefacente pensare come Gianluca abbia tenuto in scacco tre o quattro società, pensavano tutti a lui. Alla Juve aveva detto no a un parcheggio, malgrado continuassero a scrivere che ci sarebbe andato e poi sarebbe finito al Sassuolo. L’intrigo Napoli lo aveva coinvolto quasi fino in fondo, anche perché gli avevano spiegato che non sarebbe stato unicamente un vice Higuain. Il Genoa ha fatto l’impossibile fino agli ultimi minuti di giovedì 22 giugno, ma evidentemente Preziosi ignorava che Galliani stava per confezionargli lo scherzo. Deve essere una bella soddisfazione per un “semplice” capocannoniere della B avere la fila davanti casa, tanti pretendenti e l’ultima scelta che sarebbe toccata a lui.
Io preferisco spenderne 9 o 10 per un ragazzo italiano di talento che 15 o 20 per stranieri che dopo due o tre mesi nel nuovo club spesso diventano giganteschi equivoci. Andiamo pure con LapaMilan, il gol nelle vene.
Foto: sito ufficiale Milan