LASSANA DIARRA, LA RINASCITA DOPO GLI INCUBI

La vita di un calciatore è fatta di alti e bassi, quella di Lassana Diarra sin qui è stata una vera e propria altalena. In pochi avrebbero scommesso sul rilancio dell’esperto centrocampista francese. Lo scorso 24 luglio la firma del quadriennale con l’Olympique Marsiglia aveva rappresentato una liberazione, all’esito di un tunnel di inattività lungo un anno. Stop forzato dovuto allo strappo con la Lokomotiv Mosca, che nell’estate del 2014 gli abbassò sensibilmente l’ingaggio senza il suo consenso. Lass andò comprensibilmente su tutte le furie e rescisse unilateralmente il contratto. Ne nacque un lungo contezioso finito davanti alla Fifa, che lo costrinse a perdere una stagione intera, la scorsa appunto (benché fosse stato vicino all’Inter e ad un passo dal West Ham), condannandolo inoltre, storia del maggio 2015, a pagare una penale da ben 10 milioni di euro ai moscoviti. Il tutto in attesa dell’appello. Ebbene, lo specialista parigino si è rimesso di buzzo buono e in pochi mesi ha sostanzialmente recuperato il terreno perduto, al punto che - dopo aver ricominciato a fare la differenza in campo - è finito al centro di un tourbillon di rumors che chiamano in causa società di livello assoluto: Psg, Tottenham e Manchester United le ultime in ordine di tempo, al di là di qualche perpetua voce sui nerazzurri di Thohir. Inoltre, a suggello del personale magic moment, nel tardo pomeriggio di ieri è arrivata anche la convocazione di Deschamps per gli Europei di casa. Già, perché dopo aver riconquistato la Nazionale (33 presenze con i Bleu), Lassana è stato preferito con serenità a gente del calibro di Schneiderlin, per il quale il Manchester United la scorsa estate versò 35 milioni di euro nelle casse del Southampton, e del patinatissimo Rabiot, croce e delizia del Paris Saint-Germain.



 

Questa la rinascita del 31enne Diarra, se vogliamo la seconda vita calcistica dopo gli incubi. Adesso ripercorriamo in sintesi le tappe precedenti, che lo avevano già calamitato nell’Olimpo europeo. Lassana nasce a Parigi, da una famiglia di origini maliane, il 10 marzo del 1985 e si accosta al mondo del calcio presso il centro sportivo de la Rue Julien-Lacroixse nel 20e arrondissement della Capitale. Nel 1998, quando Zidane e compagni vincono il Mondiale davanti al proprio pubblico, entra nel vivaio del Paris FC, per poi spostarsi nel settore giovanile del Nantes e, infine, approdare al Le Havre, squadra con la quale esordisce tra i professionisti il 14 gennaio del 2004, in occasione del match di Ligue 2 contro il Clermont. Malgrado il proscenio fosse quello cadetto, i migliori scout internazionali restano impressionati dalle qualità del ragazzo. E i più veloci sono quelli del Chelsea, che nell’estate del 2005 convincono Abramovich a scucire 2 milioni di euro per metterlo a disposizione di José Mourinho. Impiegato dallo Special One anche come terzino destro, sulla riva Blue del Tamigi il mediano vince da comprimario 1 Premier, 1 FA Cup, 1 Community Shield e 1 Coppa di Lega. Il 31 agosto del 2007 cambia sponda per legarsi all’Arsenal: avventura infruttuosa, il connazionale Wenger non lo vede e così nel gennaio del 2008 vola al Portsmouth. Mai scelta fu più azzeccata, perché Lass negli 11 mesi ai Pompey vince un’altra Coppa d’Inghilterra, contro ogni pronostico, e, soprattutto, si guadagna la chiamata del Real Madrid, che per il suo cartellino investe ben 20 milioni di euro, per la gioia del sodalizio dell’Hampshire. Nel triennio all’ombra del Santiago Bernabeu, una volta ereditata - addirittura - la maglia numero 10 da Sneijder (ceduto all’Inter), conquista 1 Liga, 1 Coppa del Re e 1 Supercoppa di Spagna (nuovamente agli ordini di Mou). Nel settembre del 2012 cede al fascino dei rubli, accetta la munifica offerta dell’Anzhi Makhachkala e si trasferisce nel lontanissimo Dagestan in esilio dorato. Dodici mesi dopo, però, il magnate Kerimov chiude i rubinetti: diaspora vera e propria, lascia anche Diarra che viene accolto a braccia aperte dalla Lokomotiv Mosca. Il resto ve l’abbiamo già raccontato. Manca soltanto la parentesi più brutta: lo scorso 13 novembre, mentre era in campo allo Stade de France contro la Germania, l’amatissima cugina Asta Diakite (“un rifugio costante, una sorella maggiore”) cadeva sotto il fuoco dell’Isis, vittima innocente come le altre 129 trucidate in quella notte di terrore.



Tornando al calcio, a prescindere dalla sua prossima destinazione, va indubbiamente messo l’accento sulla caparbietà di colui che ad inizio carriera era stato definito il nuovo Makelele, sia per caratteristiche tecniche (eccellente in fase di interdizione) che fisiche (173 cm per 73 kg). Tornare ad alti livelli non era affatto facile, invece Lassana Diarra, dopo 296 gare ufficiali complessivamente disputate, impreziosite da 7 gol e 9 assist, si appresta a vivere un’estate a cinque stelle sotto ogni punto di vista.

 



Foto: sito ufficiale Marsiglia