Lazio: le colpe di Sarri, quelle (nascoste) di Tare e gli sbandieratori a senso unico
La
Lazio non decolla, non è una clamorosa sorpresa se pensiamo che sono trascorsi cinque mesi da una svolta epocale con rivoluzione tattica.
Maurizio Sarri ha le sue colpe, quelle della Lazio sono superiori e lo diciamo a benefico di chi - cronista da 20 o 30 anni, con manie di grandezza che restano tali - sostiene che Sarri sia prigioniero di se stesso. È lo stesso che mai ha speso una critica su
Tare, neanche sotto tortura, neanche quando c’era da commentare una serie di acquisti sbagliati. Complimenti. Sarri non è prigioniero di se stesso, non cambierà le sue idee. Se ti sta bene lo segui e lo aiuti, altrimenti lo cambi:
Lotito è sulla strada della continuità, chiaramente aspettava risultati migliori e confida di verificare progressi imminenti. Ma non si può chiedergli di cambiare modulo, sarebbe come snaturare la sua storia, sono discorsi da “vedovelle”. Sarri ha commesso l’errore, quindi è una colpa, di accettare al 100 per cento l’organico. Doveva guardare bene dentro, possibile che vada meglio in futuro. E questa è una colpa perché adesso il processo è giustamente anche nei suoi riguardi. Un mercato con diverse cose buone, da meritare un voto superiore alla sufficienza, ma tutti hanno sottovalutato - noi per primi - le gravi carenze in alcuni reparti. Il processo a Sarri ci sta, ma per onestà intellettuale andrebbe allargato, Soprattutto da parte di chi, una vecchia storia sempre più di moda, si guarda bene dal criticare Igli Tare che ha letteralmente bucato le ultime quattro (almeno) sessioni di mercato. Tare ha l’immunità mediatica a Roma nel 70 per cento dei casi (quel 30 che non si piega merita un applauso, si chiama libertà di giudizio). Sarri avrebbe dovuto chiedere, come minimo, un difensore centrale, un terzino, un esterno puro e non con le caratteristiche di
Zaccagni (capito perché Kostic era indispensabile?) e un vice Immobile. Niente di tutto questo, adesso paga lui e deve accettare le critiche. E del problema portiere vogliamo parlarne? Strakosha è in scadenza, quindi bisognerebbe decidere: dentro o fuori. E l’attuale Reina, a 39 anni suonati, non può più essere quello di Napoli. Certo, sarebbe più giusto coinvolgere Tare che - ripetiamo - ha l’immunità mediatica, chissà perché lo risparmiano sempre. Tare ha speso quasi 20 milioni per
Muriqi e l’Udinese gli ha dimostrato che con meno della metà si può prendere
Beto (un fior di attaccante). Dov’è l’errore? Tare non ha bisogno degli sbandieratori che gli ricordano gli affari
Luis Alberto e
Milinkovic-Savic, storia di una vita fa. Ottime operazioni, ci mancherebbe, ma il mondo è cambiato e la Lazio ha voluto una dimensione diversa. Nel frattempo sono arrivati i vari
Vavro,
Escalante e
Durmisi, sono stati spesi soldi veri, l’avvento di Sarri andava onorato nel migliore dei modi. Quindi, la colpa è anche di Sarri che ha accettato tutto, a scatola chiusa, normale che ci siano critiche per lui. Lotito vuole andare avanti con il progetto, allora vada in dribbling sugli sbandieratori mediatici, non si curi di qualche zitella che critica solo chi gli conviene, i cronisti immobili (Ciro ovviamente non c’entra) resteranno tali, gli metta a disposizione il materiale che serve. Neanche molto, ma quel minimo sindacale per consentirgli di fare il suo lavoro. Altrimenti, tra due mesi ripeteremo le stesse parole. Foto: Twitter Lazio