Lecce, gli errori non sono come le plusvalenze: si pagano
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Lecce vive un momento difficile e non deve essere sorpreso. Dopo aver fatto (spesso) i complimenti per una gestione oculata in nome delle plusvalenze che sono linfa vitale per un club, è il caso di dire quali sono le cose che non vanno. Gli errori non sono come le plusvalenze: in quel caso si incassa, in questo caso si paga. Certo, siamo all’alba della stagione e anche stavolta bisogna lottare - ci sono i margini - per portare a casa la pagnotta. Ci mancherebbe. Ma stavolta l’assortimento ci sembra poco competitivo, non tutte le ciambelle hanno il buco, con una qualità in discesa. E poi c’è un allenatore impotente che assiste quasi da spettatore non pagante: non esiste che il Lecce debba incassare sei gol a casa sua dalla pur ottima
Fiorentina senza battere ciglio e senza un minimo di orgoglio. Domani pomeriggio la squadra cercherà di rialzarsi, ma la trasferta di Lecce ha altissimi coefficienti di difficoltà.
Gotti è una discreta soluzione in corsa, riproporlo per altri due anni è un rischio. I problemi del Lecce sono nati dalla vicenda
D’Aversa, forse non sostenuto nel modo più adeguato quando l’allenatore ha commesso un errore (come li commettiamo tutti) e si è pentito. E si stanno acuendo adesso, un accorato mea culpa - con tutto il rispetto - nulla toglie e nulla aggiunge. Anzi, forse amplifica il rimpianto e allarga quel famoso concetto “si può sbagliare la moglie, ma non il portiere o il centravanti”. Mettiamoci anche l’allenatore, tanto per non sottovalutare un passaggio fondamentale nella vita di un club. Augurando al Lecce di rialzarsi presto: i margini ci sono, ma bisogna nettamente cambiare passo. Foto: Instagram Lecce