In casa Manchester United sta nascendo una stella: stiamo parlando di Jesse Lingard, giovane attaccante esterno - in grado di ricoprire con profitto anche il ruolo di trequartista - cui Louis Van Gaal ultimamente sta riservando sempre più spazio. E il talento del Cheshire sta iniziando a ripagare in moneta sonante la fiducia accordatagli dal coach. Il santone olandese, com’è noto, non guarda in faccia nessuno, osare è il suo mestiere e quando non ha i riscontri desiderati dagli elementi più patinati, non ci pensa due volte a spedirli in panchina per lanciare nella mischia chi è più in palla.
E così, oscuratasi temporaneamente la stella di Memphis Depay, l’ex PSV Eindhoven fortemente richiesto da LVG nonché tra i fiori all’occhiello della dispendiosa campagna acquisti estiva, Jesse si è preso la scena. Prima le due presenze da titolare in Champions League contro il CSKA Mosca, nella doppia sfida valida per il gruppo B disputatasi nell’arco di due settimane. Ben 170 minuti impreziositi dal calibrato assist a Wayne Rooney per l’1-0 finale in terra britannica. Ieri invece è scoccata l’ora del debutto dal 1’ in Premier League dopo i tre spezzoni delle ultime tre uscite: i Red Devils venivano da due abulici 0-0, quello nel derby contro il Manchester City e il successivo conseguito nella tana del Crystal Palace, pareggi che avevano fatto allontanare la vetta con Arsenal e Citizens volati a più 4. Insomma, c’era da riprendere la marcia dopo il tambureggiante avvio, contro il West Bromwich la vittoria serviva come il pane e a decidere è stato sostanzialmente Lingard. Al minuto 7 della ripresa la svolta: Martial mette in mezzo un pallone dalla sinistra, un difensore del WBA (squadra che aveva trionfato negli ultimi due precedenti all’Old Trafford) libera di testa ma il pallone giunge al nostro personaggio del giorno, posizionato appena fuori l’area di rigore, roba di centesimi di secondo, controllo della sfera e preciso destro a giro sul palo lungo che non lascia scampo a Myhill. L’abbraccio dei tifosi, autostima a mille e la rafforzata consapevolezza di poter stare realmente al tavolo dei più grandi, facendo per giunta la differenza. Il rigore di Mata a tempo scaduto è poi servito soltanto a consolidare il risultato.
In estate, ai tempi degli Europei Under 21, Jesse si era così espresso dopo aver steso - con una bordata dalla distanza - la medesima Svezia che all’esito della manifestazione avrebbe portato a casa la coppa: "Quest’anno spero di restare a Manchester e di avere la possibilità di giocare un po' di partite. Vedremo cosa mi dirà il manager quando tornerò, io ho sempre e solo voluto giocare per i Red Devils, sono stato sfortunato nel patire quell’infortunio ad inizio stagione, magari avrei giocato con loro senza quell’episodio spiacevole". Già, perché Van Gaal in effetti aveva subito intuito le qualità del guizzante (174 cm per 68 kg) e tecnico specialista offensivo. Non a caso lo aveva subito utilizzato al suo esordio in campionato sulla panchina dello United, concedendogli 24 minuti contro lo Swansea nella prima giornata della Premier League 2014-15. Poi il citato infortunio al ginocchio tolse di mezzo Lingard per quasi quattro mesi e, al suo rientro, le gerarchie erano belle che definite. Pertanto al ragazzo, nato a Warrington il 15 dicembre del 1992, non resto che scendere nuovamente di categoria per un nuovo prestito, 14 presenze e 2 gol con la maglia del Derby County in Championship. Un torneo che Jesse conosceva bene, dal momento che, dopo essersi formato e affermato nell’Academy dei Diavoli Rossi, aveva militato prima nel Leicester, nell’annata 2012-2013, e poi tra le file di Birmingham e Brighton nella doppia esperienza della stagione 2013-14 (in Inghilterra i prestiti possono avere anche brevissima durata). Il tutto per ulteriori 33 apparizioni complessive, arricchite da 9 reti messe a referto. Una gavetta rivelatasi utilissima a giudicare dalle performance attuali, sorprendenti per chiunque ma non per staff tecnico e società: basti pensare che dovendo sfoltire il reparto avanzato - in occasione della scorsa sessione estiva -, pur di tenere in organico il 22enne campioncino, nelle segrete stanze di Carrington si preferì concedere il foglio di via, direzione Dortmund, a un certo Adnan Januzaj. Inutile girarci attorno: Jesse Lingard può sognare in grande, d’altronde la carta d’identità lascia ancora presagire ampi margini di miglioramento.
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