L’Inter, il Moenchengladbach, Boninsegna e la lattina: 49 anni dopo
49 anni dopo. E, in vista di
Inter-Borussia Moenchengladbach (qui le probabili formazioni), torna alla mente
la partita della lattina. Nessuna bevanda energetica, ma solo una lattina di Cola-Cola arrivata alla nuca di
Boninsegna, attaccante dell'
Inter durante una rimessa laterale. La gara contro i tedeschi è un pezzo di storia indelebile per i nerazzurri (all'epoca guidati dal tecnico Invernizzi), che fece giurisprudenza calcistica portando l'accaduto su tutti i manuali di diritto sportivo. Il 20 ottobre del 1971, nella gara degli ottavi di
Champions League giocata a Bokelberg, succede di tutto. Inter sconfitta 7-1 (tonfo clamoroso), ma il tutto viene ricordato per quello che successe fuori dal rettangolo di gioco. Dopo due gol a freddo dei tedeschi, al 29' del primo tempo Boninsegna venne centrato da una lattina di cola alla testa lanciata da Manfred Kirstein, un trentenne tedesco di origine olandese. Con
Boninsegna svenuto a terra,
Netzer riuscì a far scomparire la lattina dal terreno di gioco. Mazzola, capitano dei nerazzurri, visto il gesto ne approfitta e "ruba" una lattina da un tifoso italiano per mostrarla come prova all'arbitro. Il match diventa infuocato. 7-1 per i tedeschi al triplice fischio con
Corso squalificato dopo aver preso a calci il direttore di gara. Con i sette gol incassati l'Inter non ci sta e con l'avvocato
Peppino Prisco (vicepresidente) chiede il 2-0 a tavolino. Per l'Uefa, però, l'unica strada percorribile è la ripetizione della partita. Mai prima d'ora un caso del genere: si gioca prima il ritorno a San Siro, il 3 novembre dello stesso anno, che si chiude con un 4-2 grazie ai gol di Bellugi, Boninsegna, Jair e Ghio. Poi il ritorno, il 1° dicembre, si tinge di nuovamente di nerazzurro allo Stadio Olimpico di Berlino.
L'Inter vola ai quarti di finale per poi arrendersi in quella stagione solo all'Ajax di Crujiff nella finale di Rotterdam. Foto: Boninsegna in barella, AP