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Lodi, un nuovo leader per Pulvirenti

15.10.2012 | 10:00

Francesco Lodi è ormai diventato il leader indiscusso del Catania. Ciccio da Napoli ha fatto la gavetta, quella vera, militando a lungo nelle serie minori, prima di guadagnarsi il meritato spazio nel calcio che conta. Nato il 23 marzo 1984 nel capoluogo campano, Lodi inizia a prendere confidenza con il pallone nella scuola calcio dell’Oasis Club di Frattamaggiore e nell’US San Nicola di Catello di Cisterna. L’Empoli gli mette presto gli occhi addosso, tanto che a 11 anni il giovane Francesco si trasferisce in Toscana con suo fratello Salvatore. Il 3 settembre 2000 arriva l’esordio in Serie B, mentre l’8 novembre 2003 quello in Serie A. Dopo una breve esperienza in prestito al Vicenza, nella stagione 2004-2005 ritorna all’Empoli e, con 6 reti in 26 partite, contribuisce alla promozione nella massima serie. Desideroso di trovare più spazio, nell’estate del 2006 accetta il trasferimento al Frosinone, dove l’allenatore Ivo Iaconi gli trova la giusta collocazione in campo, consentendogli di segnare 11 gol in 40 presenza. L’anno successivo, la squadra ciociara è allenata da Alberto Cavasin e Lodi beneficia della sua guida tecnica, andando in gol ben 20 volte. Nel 2008 l’Empoli decide di riportarlo alla base, cedendo al Frosinone l’attaccante brasiliano Eder. Il 28 agosto 2009 arriva la chiamata di Pozzo, che vuole puntare su di lui per dare qualità al centrocampo della sua Udinese. Le prestazioni del centrocampista napoletano con la maglia bianconera, però, sono altalenanti e i friulani decidono di non confermarlo nella rosa per l’anno seguente. Il 25 luglio 2010 il Frosinone ufficializza il ritorno di Lodi in Ciociaria, ma la sua permanenza nel Lazio dura solo fino a gennaio, quando Pulvirenti lo porta alle falde dell’Etna. Con la maglia rossoblù finora ha segnato 13 reti in 60 presenze e le sue eccellenti prestazioni gli sono valse la convocazione in Nazionale. Divenuto titolare inamovibile della squadra siciliana, il suo presidente ha capito di non poter fare a meno di lui, tanto da fargli firmare il rinnovo di contratto fino al 2016.