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LOMBARDI, LA STELLINA DI SIMONE

22.08.2016 | 09:42

La prima volta non si scorda mai. Chiedete a Cristiano Lombardi, capirete. Ieri, in Atalanta-Lazio, è successo qualcosa di meraviglioso. Sì, è stata una partita che più pazza non si può, ma non è questo il punto. Siamo a fine primo tempo, minuto 33, biancocelesti avanti di due gol: Immobile imbastisce un contropiede, poi arriva davanti a Sportiello e calcia. Il portiere nerazzurro respinge il pallone, ma come un falco arriva lui: Cristiano Lombardi. Gol. Chiamatelo il tap-in della provvidenza. Una rete facile e favolosa allo stesso tempo. Il sogno che si trasforma in realtà. Tutto vero. Come segnalano i dati Opta, il giovane Lombardi, in gol all’esordio assoluto nella massima serie, segna alla prima conclusione effettuata. Beh, in una parola: predestinato. E pensare: due giorni prima, venerdì, Cristiano aveva spinto le candeline del suo ventunesimo compleanno. Certo: il ragazzo è stato buttato in campo per necessità. Il forfait volontario di Keita, che si è autoescluso dal match lamentando un fantomatico problema al ginocchio non evidenziato dai medici della Lazio, gli ha aperto la strada all’esordio in Serie A. Ma poco importa, sono dettagli che non cambiano la sostanza. Keita, almeno per oggi, bisogna lasciarlo perdere. Perché da ieri, signori, è nata una nuova stella. Anzi, la stellina di Inzaghi. Simone non ci ha pensato due volte: tal Lomabardi deve giocare, per questo è stato schierato senza remore nel tridente assieme all’immenso Immobile e a Kishna. Bene, il più piccolo dei fratelli Inzaghi ha avuto ragione.

Quanto è strano il destino. Lombardi, fino ad oggi, aveva peregrinato per l’Italia tra un trasferimento e l’altro. O meglio, tra un prestito e l’altro: perché la Lazio, proprietaria del cartellino dal 2011, ha sempre avuto fede in Cristiano. Due anni fa, il classe 1995 era stato svezzato dal Trapani in Serie B, quindi, la passata stagione, l’apprendistato ad Ancona in Lega Pro, con tanto di 25 presenze condite da 4 autografi personali. Sino ad arrivare alla meraviglia di ieri. Nella vita ci vuole fortuna, si sa. Anche Cristiano ne è al corrente. Ma all’improvviso, è arrivata lei: la Serie A. Il baby Lombardi, nativo di Viterbo, muove le prime pedate al Calcio Tuscia. Il piccoletto, ancora in braghe corte, era smanioso di giocare al pallone. Gli veniva bene tutto: saltava l’uomo, calciava punizioni come avesse nei piedi il telecomando e, soprattutto, aveva già un carattere da leader. Poi, una volta arrivato nella Primavera laziale, inizia ad ammirare con sguardo trasognato i campi di Formello dove galoppavano gli eroi della prima squadra. Ma ora, quel ragazzetto, ha avuto l’occasione della vita. E la sfruttata. Vero, la strada è ancora tortuosa, ma Cristiano ha fatto il grande passo. Ce l’ha fatta.