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LUCAS PEREZ, L’ALFIERE DEL DEPOR CHE HA FERMATO IL BARÇA

13.12.2015 | 09:20

Ci sono miracoli sportivi impossibili da dimenticare, squadre riuscite in imprese talmente eccezionali da guadagnarsi l’immortalità calcistica. Il Deportivo La Coruña di Javier Irureta appartiene a questa categoria, uno dei tre club – il meno blasonato, essendo le altre Atletico Madrid e Valencia – capace di interrompere lo storico duopolio Real Madrid-Barcellona, le tradizionali grandi di Spagna che hanno vinto 25 delle ultime 30 edizioni del massimo campionato iberico. Nel 2000, la prima Liga del nuovo millennio finì proprio nella bacheca dei Blanquiazules, che pur senza veri e propri fenomeni in rosa – con buona pace dei vari  Djalminha, Makaay, Pauleta, Fran e Mauro Silva – riuscirono a far meglio addirittura del Super Depor di Bebeto, che a metà anni 90 conquistò i primi trofei della storia del club, Coppa del Re e Supercoppa di Spagna, senza però centrare il primo storico successo in Liga. Il ciclo di Irureta continuò per altri cinque anni, memorabile il cammino nella Champions 2003-04, quando i galiziani tra ottavi e quarti di finale si concessero il lusso di eliminare le due finaliste della precedente edizione, Juventus prima e Milan poi (schiantato per 4-0 al Riazor dopo il 4-1 rossonero a San Siro!) In quel Depor brillavano le stelle di Tristan, Pandiani, Valeron e Capdevila. Esauritasi l’epoca d’oro, il ridimensionamento è stato evidente, tant’è che nel 2011 e nel 2013 sono arrivate due retrocessioni in Segunda Divisiòn, in entrambi i casi con immediati risalita.

 

Quest’anno però la situazione è diversa, non siamo certo al livello di quei fasti (verosimilmente irripetibili), ma il La Coruña staziona al sesto posto, in zona Europa League, a soli 5 punti dal quarto che vale il preliminare di Champions. E ieri i ragazzi di Victor Sanchez hanno scritto una pagina indelebile di campionato, riaprendo a tutti gli effetti la lotta al vertice con il pareggio imposto a domicilio al Barcellona. Uno stop che dovrebbe costare l’aggancio in vetta ai blaugrana, dal momento che i Colchoneros di Simeone non dovrebbero avere problemi a sbarazzarsi al Vicente Calderon dell’Athletic Bilbao, a voler tacere del fatto che il Real Madrid ove vincesse nella tana del Villarreal si riporterebbe a meno 2. Ebbene, un ruolo preponderante nell’exploit del Camp Nou non poteva che averlo Lucas Perez, autentico trascinatore della compagine galiziana dall’alto delle ben 11 reti (6 consecutive nelle ultime 6 uscite) siglate nelle 15 presenze finora accumulate, alla media di un gol ogni 103 minuti effettivamente giocati, quasi uno a partita. I catalani campioni di tutto sembravano aver chiuso definitivamente i giochi grazie alle segnature di Messi, magistrale punizione al 39’del primo tempo, e Rakitic, a segno con una bordata dalla distanza al 13’ della ripresa. Poi, però, è entrato in scena il nostro personaggio del giorno, che prima ha trafitto Claudio Bravo in uscita – col suo proverbiale interno sinistro – e poi, dopo una bella cavalcata in ripartenza, ha servito a  Bergantiños il pallone del 2-2 che ha zittito i 67.000 aficionados Culé presenti sugli spalti. Piccola curiosità statistica, che non sarà certo sfuggita agli appassionati di Liga: la scorsa annata il Deportivo si salvò all’ultima giornata…pareggiando per 2-2 al Camp Nou contro la corazzata di Luis Enrique, anche in quella occasione Lucas Perez aveva timbrato il cartellino, chiudendo con un bottino di 6 gol in 21 apparizioni. Spirato il prestito, la tecnica seconda punta aveva fatto ritorno al PAOK Salonicco, trovando anche il tempo di realizzare 2 reti nelle altrettante sfide valide per il preliminari di Europa League disputate dai greci. Ma poi la sua squadra del cuore lo ha richiamato, questa volta a titolo definitivo, e così il 12 agosto Perez ha sottoscritto un quadriennale con il sodalizio presieduto da Tino Fernandez. Già, avete letto bene: squadra del cuore perché Lucas è nato proprio a La Coruña il 10 settembre del 1988. Dopo gli inizi nel Vitoria e un passaggio – sempre a livelli giovanile – nell’Alaves e nell’Atletico Madrid, la carriera del 27enne attaccante si è sviluppata tra le file di Rayo Vallecano, Karpaty Lviv, Dinamo Kiev e il già citato PAOK. Sin qui sono 45 le reti e 29 gli assist forniti in carriera da parte di uno specialista che, nel pieno della sua maturità calcistica, sta vivendo una stagione da sogno: mai aveva avuto tale confidenza con la porta avversaria. Prodezze in serie, a puntuale corredo di prestazioni abitualmente sopra la media: Lucas Perez rappresenta un indiscusso valore aggiunto, non a caso praticamente la metà dei gol realizzati in campionato dal Depor porta la sua firma. Oggi i riflettori in Spagna sono ancora più accesi su di lui, il minimo sindacale per il mancino in pieno magic moment che ieri ha fermato il Barça

 

Foto: lavozdegalicia.es