Lukaku: “L’Inter il club per cui volevo giocare in Italia. Conte determinante per la scelta”

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Dopo due giornate di campionato, Romelu Lukaku è già un beniamino dei tifosi dell'Inter. A dire la verità, il centravanti lo era diventato già nel momento del suo arrivo ufficiale in nerazzurro. A quasi un mese esatto di distanza dal suo annuncio, il belga ha rilasciato una lunga intervista a Rolling Stone Italia nella quale ha parlato tra le altre cose del suo trasferimento, del razzismo e delle sue origini africane: "Sin da quando ho firmato per l'Inter, c’era davvero tanta gente eccitata dall'idea del mio arrivo. Mi contattavano, mi mandavano messaggi diretti su Instagram, quando sono arrivato a Milano per la prima volta da Bruxelles c’era un sacco di gente che era lì per me. Da subito mi hanno incoraggiato, hanno gridato il mio nome. Con l'inchino dopo il gol al Lecce volevo semplicemente ringraziarli per il supporto che mi hanno dato da quando sono qua. L’Inter era il club per cui volevo giocare in Italia e il coach è stato un elemento importante nella mia scelta, oltre al fatto che sapevo che la squadra aveva degli ottimi giocatori. Ma anche da un punto di vista familiare è stata una buona scelta, perché mio fratello è già qui. Penso che l’Italia sia un bel posto in cui vivere, sono una persona a cui piace scoprire diverse culture: non solo giocare in differenti campionati di calcio, ma apprendere culture differenti. Per questo sono molto felice di essere qua. I tifosi dell’Inter sono estremamente fedeli, e non è una cosa da tutti. Il tifo per questi colori si tramanda di generazione in generazione: ogni partita lo stadio è pieno, sempre le stesse persone sugli stessi seggiolini. Ed è bellissimo fare parte di tutto ciò, di un club amato in maniera così sincera dalla propria gente. Penso che sia stata una grande cosa da parte del club lanciare una campagna come BUU – Brothers Universally United. E se vorranno il mio contributo, glielo darò. Se dovessi sentire cori razzisti, risponderò. Però i miei pensieri oggi sono sul campo da calcio, per aiutare i miei compagni a vincere. Non credo serva lasciare il campo. Ma penso che debba prendere posizione, quello sì. Perché il razzismo è qualcosa a cui bisogna rispondere. Guarda l’Inghilterra, dove nelle ultime settimane sono successe diverse cose a giocatori del Manchester United e del Chelsea: la questione va affrontata. Il calcio è qualcosa di internazionale, multiculturale. Se vuoi davvero attirare i migliori giocatori del mondo, devi accoglierli a braccia aperte, perché a loro volta gli atleti devono adattarsi alla cultura in cui arrivano. Quindi è fondamentale non discriminare, e apprezzare quello che uno porta con la sua presenza. Io sono un fiero congolese… un fiero belga congolese. Sono molto fiero delle mie origini, del posto da cui vengo. A casa con mia mamma parlo la lingua dei miei genitori, il lingala, e a volte anche con mio figlio. Per me è molto importante tenere vive le mie radici, non dimenticare da dove arrivo". Foto: twitter Inter