Lukaku e quelle sentenze affrettate (di un giorno)
18.06.2016 | 20:30
Che Romelu Lukaku sia un grande attaccante non ci sono dubbi. Che la Juve, se fosse possibile, farebbe di tutto per regalarlo ad Allegri strappandolo all’Everton, anche questa è una verità assoluta. Eppure dopo un esordio deludente per esclusivo merito della perfetta organizzazione difensiva di Conte, erano piovuti giudizi ingenerosi e in qualche caso tecnicamente blasfemi. Lo avevano addirittura paragonato ad attaccanti che in Italia avevano lasciato il segno al contrario, nel senso che non avevano brillato. Ci sono sentenze affrettate che durano un solo giorno e che non tengono conto di un potenziale enorme. E questo lo diciamo indipendentemente dalla doppietta contro l’Irlanda che ha consentito al Belgio di rimettersi in carreggiata dopo un debutto negativo. Lukaku resta il ’93 più ambito su scala europea, un attaccante che regalerebbe felicità a qualsiasi allenatore considerato che alla sua età ha margini di ulteriori progressi. E quelle sentenze poco competenti appartengono, purtroppo, a un modo molto opinabile di giudicare il potenziale di indiscutibili talenti. Lo diciamo a chi non ha studiato Lukaku, oppure si è esibito con strisciante superficialità. E magari, sic, lo ha visto in azione soltanto contro l’Italia per ricavarne un giudizio da autogol all’incrocio dei pali.
Foto: fourfourtwo.com