Malagò: “Il Decreto Crescita andava solo corretto, non abolito”

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"Non condivido la decisione di non prorogare la norma. Stiamo parlando di 50 atleti che nel 90% dei casi sono giocatori di caratura internazionale. Andava corretto negli importi di base ma così si depauperano il patrimonio e la qualità del nostro campionato". Un pensiero chiaro e diretto, quello del presidente del CONI Giovanni Malagò che a Radio Anch'io lo Sport su Radio 1 ha così commentato la decisione del governo sulla mancata proroga del Decreto Crescita. Ricordiamo che dal 1 gennaio del 2024 gli sgravi fiscali per le società calcistiche intenzionate a portare in Italia giocatori (per almeno due anni) non sono più usufruibili, tanto per i nuovi acquisti quanto per i rinnovi dei contratti già in essere. Il numero uno dello sport italiano ha poi proseguito nella sua analisi: "Vedo molta demagogia e ce ne accorgeremo fra uno o due anni. Anche se poi spesso nella necessità il nostro Paese riesce a tirare fuori virtù inaspettate. Oltre al calcio comunque viene penalizzata anche la pallacanestro". Tornando strettamente sul Decreto Crescita, Malagò ha proseguito: "Sarei stato favorevole all'abolizione se si fossero considerate altre opportunità che il calcio ha perso, come il betting o certe pubblicità. Non si può fare un provvedimento univoco senza fare un discorso integrato di sistema, che è quello che è sempre mancato". Foto: Twitter CONI