Mancini: “Con Smalling grande intesa, Dzeko un 9 che gioca da 10. Ruolo? Nasco centrocampista e mi adatto”

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Gianluca Mancini, difensore della Roma, ha risposto ad alcune domande dei tifosi attraverso il profilo ufficiale Twitter del club capitolino: "Con la Roma società mi sto trovando bene. Ho trovato un gruppo sano, forte, con un mix di esperti e giovani. Sono contento, mi sono trovato fin da subito molto bene, non mi è mai sembrato di cambiare squadra, mi sono sempre sentito parte del gruppo, è molto importante. Mi sono trovato molto bene anche con la città. Roma è bellissima, quando posso vado in centro, giro con mia moglie, scopriamo posti e cose nuove". Il sorteggio di Europa League? "È andata bene, siamo arrivati secondi con demerito e potevano capitare squadre forti. Il Gent è molto forte, sarà una partita equilibrata, vogliamo far bene, iniziano le partite che contano". La coppia con Smalling? "Ci sono tante cose. Lui non parlava l'italiano, ora lo sta imparando. Ci capiamo con uno sguardo, lui è un calciatore che si applica al massimo, io devo migliorare in questo. È sempre concentrato al massimo, per 90 minuti. Sull'impostazione posso essere più bravo io, ma ci completiamo e ci alleniamo per migliorare. Però non bisogna parlare soltanto di Mancini e Smalling, Fazio è un comandante veramente. Anche se ultimamente non gioca molto, in allenamento mi dà molti consigli. Seguiamo i consigli del mister, chiunque va in campo sa cosa fare, questo è l'importante". L'attaccante più difficile da marcare? "Il più difficile ce l'ho in squadra quest'anno: Edin Dzeko. Ho giocato contro di lui ed ha sempre segnato. È uno dei top al mondo, segna, gioca per la squadra, varia per tutto il campo, per fortuna ora ce l'ho in squadra. È forte fisicamente, di testa, destro e sinistro per lui sono uguali. È un 9 e un 10 insieme. Gli attaccanti completi come lui sono difficili da marcare. In allenamento mi aiuta a migliorare". L'adattamento a centrocampista? "Io nasco come centrocampista, fino al primo anno di primavera ho giocato a centrocampo. C'è stata questa occasione, vista l'emergenza. Il mister mi ha chiesto di giocarci, ho fatto buone partita, ma il merito più grosso era della squadra. In coppia ero con Veretout e lui correva per due. Io avevo altre caratteristiche, non ho paura di giocare con i piedi. È stata una cosa nuova, mi ha dato soddisfazione. Il mister mi ha chiesto di fare ciò che sapevo fare al massimo e io ci ho messo molta cattiveria, provando ad aiutare la squadra in un momento di emergenza". Foto: Roma Twitter