Mancini: “L’Italia ha un grande passato, ora vogliamo darle un futuro. Europeo? Si parte per vincerlo”

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Il ct della Nazionale italiana, Roberto Mancini, è intervenuto in conferenza stampa da Riyad, città dove domenica prossima si giocherà la finale di Supercoppa tra Juventus e Lazio. L'allenatore è intervenuto al Leadership Sport Forum per rispondere a domande e curiosità dei suoi colleghi arabi: "La mia speranza è che possano tornare a giocare tanti ragazzi italiani, in Italia. La percentuale è più bassa rispetto al passato, spero crescano ragazzi giovani e bravi ma il livello si sta rialzando e la mentalità migliora". Le scelte iniziali  "Chi fa l'allenatore deve credere nelle proprie qualità. Quando ho preso la Nazionale era un momento delicato, pensai che l'unico modo per uscire fuori da una situazione difficile era quella di cercare giocatori giovani, con poca esperienza, bravi tecnicamente, per fare un buon calcio. Volevo riavvicinare i tifosi alla Nazionale: serve fortuna, questi ragazzi giovani, anche con non molta esperienza in campo internazionale, si sono affermati subito. Hanno trovato coesione iniziando a giocare bene, è stata una scelta azzeccata. Ho creduto in loro e hanno fatto il resto". Perché l'Italia  "Ero rimasto solo io... Non c'era più nessuno... Scherzi a parte, allenare la Nazionale è bello, importante. E' un onore e non è semplice e banale, la situazione era difficile ma ho creduto molto nelle possibilità mie e dei ragazzi che volevo chiamare. Volevamo costruire qualcosa di importante che potesse restare nel tempo, le situazioni sono diverse. A volte decidi di andare all'estero per un'esperienza diversa dalle solite, altre decidi di guidare la Nazionale". Europeo  "Spero che ci chiedano come abbiamo fatto a vincere gli Europei. La speranza è questa. La situazione è difficile ma dipende da noi, se in questi sei mesi miglioreremo. Ci sono Nazionali più forti ma una partita è aperta a ogni risultato. Crediamo nelle nostre qualità e l'obiettivo è il campionato d'Europa. Italia, Francia, Germania, Spagna, partono sempre per vincere. Dobbiamo partire per vincere anche se siamo più indietro, gli altri hanno iniziato prima ma quando parti, devi puntare all'obiettivo massimo. La Nazionale italiana ha un grande passato e vogliamo un grande futuro". La partita più bella da allenatore  "Ce ne sono molte, ma la più dura e bella, difficile, perché ha avuto tante variabili a gara in corso, è stata l'ultima in Premier League contro il QPR". Mentori  "Ne ho avuti due diversi per lungo tempo, per stile e metodo, come Boskov ed Eriksson. Poi in Nazionale Sacchi, che ha cambiato il calcio. La loro somma mi ha aiutato, poi ognuno di noi ha il suo calcio, i suoi sistemi. Esser stato allenato da questi mi ha aiutato molto". Foto: Vivoazzurro