DALL’INVESTITURA DEL PARMA A QUELLA DI TEDESCO: MANDELA KEITA, ALLA RICERCA DEL TALENTO PERDUTO

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"È un grande talento. Ha vinto il campionato da titolare con l'Anversa, pur essendo molto giovane. È già stato con noi in Nazionale e lo seguiamo con grande attenzione". Questa, è la grande investitura fatta in conferenza stampa da Domenico Tedesco verso Mandela Keita, talentuoso centrocampista arrivato quest'estate al Parma proprio da quell'Anversa dei miracoli, con una responsabilità addosso di un certo livello: è il calciatore più costoso di questa sessione estiva dei crociati. Mediano di contenimento e con la predisposizione alla prima costruzione di gioco, il belga vanta anche ottime doti in progressione. La grande caratteristica di questo giocatore, è quella di essere in grado di superare le prime linee di pressing avversario grazie alla sua cavalcata e forza fisica, mista ad un controllo della sfera invidiabile. Keita è quindi in grado di miscelare fisicità e tecnica in modo esemplare, creando un connubio interessantissimo. Difensivamente, oltre che nella mera interdizione fisica, Keita brilla per una spiccata intelligenza tattica, che lo porta a posizionarsi sempre nello spazio e nel tempo giusto per coprire le linee di passaggio avversarie. Proprio questi tratti identitari, hanno spinto il Parma a spendere per il suo cartellino circa 15 milioni di euro, dopo un'annata all'Anversa da vero game changer. Ma andiamo per gradi. Mandela Keita nasce a Lovanio, distante circa 30 chilometri da Bruxelles, il 10 maggio 2002. La sua città natale sarà fondamentale per la sua carriera, dato che proprio nell'OH Lovanio (a parte per una brevissima parentesi al Genk) il belga crescerà calcisticamente, seguendo tutto il percorso nelle giovanili fino al grande esordio in prima squadra, avvenuto il 21 marzo 2021. La partita fu un pareggio per 2-2 contro il Malines, gara di Pro League, in cui il talentuoso centrocampista si mise in mostra tra i grandi. Nello stesso anno, farà un altro esordio memorabile, questa volta nella Nazionale belga Under 21, sogno di una vita. Quell'anno, è stato lo spartiacque principale della sua carriera, e dopo un'annata da pilastro indiscusso della mediana del Lovanio, giunge la grande chiamata dell'Anversa. È la stagione 22/23, l'addio alla sua città Natale è duro, come non può esserlo. Quella squadra e quell'ambiente gli hanno dato la vita, la passione per il calcio, l'esordio tra i professionisti e la chiamata in Nazionale. Ma l'Anversa è una delle migliori squadre della Pro League, e dalla lotta per non retrocedere passerà invece a quella per il titolo, che il club belga quell'anno porterà a casa dopo una cavalcata storica. L'occasione è irripetibile, e Keita accetta. La prima stagione è ottima, il giovane mediano si impone con 17 presenze, 1 gol e 1 assist. Van Bommel crede cecamente nel classe 2002, e nella stagione successiva gli cede le chiavi del centrocampo. Ormai è un giocatore maturo, tra l'altro rinvigorito dalla convocazione in Nazionale maggiore del 6 ottobre 2023, e alla fine della scorsa stagione, il giocatore ha a referto 28 presenze e una sequela di ottime prestazioni. Non è un giocatore da bonus Mandela, non ama accompagnare l'azione o fiondarsi in area di rigore, e Van Bommel probabilmente non glielo chiede neanche. È invece, al contrario, un centrocampista predisposto a far sì che i suoi compagni di reparto possano farlo, grazie all'equilibrio che riesce a fornire e alla grande intelligenza tattica. Un giocatore prezioso, forse invisibile per l'occhio disattento, ma fondamentale. A notare il suo talento è Mauro Pederzoli, direttore sportivo del Parma, che spinge la squadra oltre i propri limiti economici per appropriarsi di questo profilo, giunto alla corte di Pecchia negli ultimi ticchettii della sessione, il 30 agosto. 15 milioni per una neo-promossa in Italia sono una cifra molto importante, che si spende solo se si nutre la piena consapevolezza delle qualità del giocatore. E queste qualità, Mandela Keita ce l'ha. Eccome se ce l'ha. Ma l'avvio di stagione del belga va contro le rosee aspettative della piazza, che si aspettavano una netta e a tratti indiscutibile titolarità. La realtà, nel calcio come nella vita, può rilevarsi inaspettata e a tratti deludente, se non la si riesce ad interpretare. Infatti, Keita esordisce in Serie A il 16 settembre contro l'Udinese, ma la prestazione è un disastro: entra al '55 al posto di Cancellieri, ma solo dopo 19 minuti viene espulso, per somma di ammonizioni. Qualche minuto dopo Thauvin sigla il 2-3 che pone una pietra tombale sulla gara dei crociati. Una sconfitta su cui Keita ha delle chiare responsabilità. Ma il calcio insegna che la vittoria si vede nel percorso, e questo Keita (come anche Pecchia) lo sa benissimo. Le gare dopo la sosta saranno fondamentali per l'imposizione del calciatore, anche temprato dalle belle parole spese per lui da Tedesco. Foto: Sito Parma