Manninger: “La mia Austria vi sorprenderà. L’Italia era un gigante addormentato che finalmente si è svegliato”
Alex Manninger, ex portiere austriaco, in passato in Italia con Fiorentina, Siena e Juve, ha parlato della sfida di domani sera a Wembley, tra Italia e Austria. L'ex portiere, oggi falegname, ha detto la sua sul match. Queste le sue parole: "
Wembley è da pelle d'oca. Pelle d’oca, è uno di quei sei o sette stadi dove vorresti diventare un eroe. Spero riesca a farlo anche la mia Austria. Di cosa mi occupo? Stop dal calcio. Sono un falegname. Il calcio mi aveva svuotato, sono felice così. La gara con l'Italia? Intanto è un onore essere agli ottavi. Non ci eravamo mai spinti così in alto. Di fronte abbiamo un’Italia più affamata che mai, come quella di Lippi o di Conte. Quando la vedi giocare pensi sempre ‘mamma mia, ma come si battono questi?’. Gli azzurri erano un gigante addormentato, si sono svegliati”. Ci sveli i segreti dell’Austria.
“Innanzitutto un grande allenatore, Franco Foda. Ha cambiato la mentalità, l’approccio alle grandi sfide, ha trasmesso idee di calcio nuove. Ai miei tempi i giocatori erano quasi tutti ‘viennesi’ o del campionato austriaco, ora ce ne sono solo due. Gli altri arrivano tutti dalla Bundesliga. Foda è stato un bravo a trasmettere fame e idee. Non ci sono campioni, ma dei veri leader”.
Due su tutti: Arnautovic e Alaba.
“Il primo può cambiare la partita da un momento all’altro, ha i colpi del campionato. Ho saputo del Bologna, farà molto bene. L’altro è un talento puro che guida la difesa. Occhio al centrocampo poi, è il reparto più forte: non ti lascia respirare”.
Chi l’ha sorpresa di più?
“Baumgartner, il più giovane del gruppo. Visto il gol con l’Ucraina? Occhio. Cito anche Lainer e Kalajdzic. In Serie A potrebbe fare bene”.
Il punto debole?
“L’esperienza. Non siamo mai arrivati a questo livello in un Europeo, quindi se ti tremano le gambe ci può stare. L’Italia può segnare 4 gol con estrema tranquillità, quindi bisogna pungere nei primi 10 minuti. Poi si vede. Possiamo essere la sorpresa”.
L’Italia non prende gol da 11 partite.
“Donnarumma è l’erede di Buffon, anche se come Gigi nessuno mai. Lui è stato qualcos’altro. Ha cambiato il modo di stare in porta. Per 15 anni è stato il numero uno. A 43 anni è tornato a Parma e spero resti lì un altro paio di stagioni. Gigio può essere ciò che è stato lui, un modello per il prossimo decennio”.
In difesa c’è sempre il suo amico Chiellini.
“Si sta facendo vecchio, eh? Scherzi a parte, anche se non gioca ti dà sempre qualcosa in più. Lo ricordo alla Juve, sempre sul pezzo: in allenamento, in partita, perfino a pranzo. Gli altri mangiavano, lui se ne stava lì a parlare di tattica. Con lui o dai mille o resti indietro, ma spero non giochi…”
Chi è la stella degli azzurri?
“La squadra. Non ha campioni come Mbappè o CR7, ma a livello di gruppo è la più forte di tutte”.
Immobile come Schillaci nel 1990 o Paolo Rossi nel 1982: possibile?
“Certo. L’ho conosciuto alla Juve, aveva 18 anni. Mi chiedeva sempre di restare di più per provare i tiri in porta, l’uno contro uno, i rigori. Prendeva la sacca dei palloni e veniva da me. ‘Dai Alex, restiamo un po’. E calciava forte all’angolino, come oggi. Può scrivere la storia della Nazionale”.
Un pronostico
"Si va ai supplementari, poi può succedere di tutto". Foto: Twitter Liverpool