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MANUEL PELLEGRINI, L’INGEGNERE PEDALA SEMPRE IN SALITA

13.04.2016 | 09:30

“Questo è un grande traguardo per il Manchester City, approdare in semifinale di Champions significa essere tra le migliori quattro squadre d’Europa. E noi ci siamo riusciti senza snaturare il nostro modo di giocare. Molti pensavano che dopo il pareggio di Parigi avremmo puntato allo 0-0. Invece siamo stati fedeli alla nostra filosofia, cercando la vittoria e trovandola, senza disunirci dopo l’errore di Aguero dal dischetto. Questo club vuole migliorare anno dopo anno, ci stiamo riuscendo anche se in Europa non è facile perché ci sono tante squadre di alto livello. Abbiamo giocato meglio del Psg, che è una formazione piena di ottimi giocatori. Siamo convinti di potercela giocare contro qualsiasi avversario, il nostro obiettivo è vincere la Champions League”. Punta al bersaglio grosso Manuel Pellegrini, così espressosi ieri sera dopo aver staccato il pass per le semifinali di Champions sulla pelle del Paris Saint-Germain. E non potrebbe essere altrimenti: se entri nella Top Four d’Europa e hai alle spalle una società che negli ultimi 7 anni e mezzo ha investito sul mercato oltre 1 miliardo di euro per portarti a competere, non puoi lanciare un messaggio differente. Ebbene sì, tanto ha speso Mansour dal suo insediamento sulla sponda blue di Manchester, datato 1 settembre 2008. E ieri sera lo sceicco si è tolto lo sfizio di battere il cugino Al-Thani, proprietario del Psg, nella disfida dei petroldollari sui 180 minuti. Se i risultati sportivi fossero sempre proporzionali alla potenza economica, una semifinale dovrebbe essere il minimo sindacale per un club così munifico. E invece mai i Citizens si erano qualificati per il penultimo atto della massima competizione continentale per club: un traguardo che resterà per sempre legato al nome di Pellegrini, l’hombre di Santiago da sempre abituato a pedalare in salita. È così anche in questi mesi, che il tecnico cileno sta vivendo con la valigia sul letto. Lunedì 1 febbraio il City ha infatti svelato il segreto di Pulcinella, ossia che dal prossimo 1 luglio in panchina siederà Pep Guardiola. Con buona pace di Manuel, cui la scorsa estate era stato prolungato il contratto fino al 2017 malgrado in stagione non avesse vinto alcunché. Quest’anno invece un trofeo è già arrivato, la Capital One Cup levata al cielo di Wembley ai danni del Liverpool il 28 febbraio, quindi post annuncio del divorzio. In campionato c’è un terzo posto da conquistare (l’Arsenal ha 2 punti in più) e un quarto da difendere dai cugini dello United, attualmente distanti 4 lunghezze. Coppa d’Inghilterra nisba, fuori per mano del Chelsea, sogno Champions ancora tutto da vivere. Soprattutto una certezza: comunque vada a finire, il condottiero sudamericano, chiamato a sempre a dimostrare malgrado la carriera lunga e prolifica, saluterà l’Etihad con la consapevolezza di aver arricchito il palmarès di una Premier League e un’altra Coppa di Lega, vinta parimenti nel 2014.

 

Nell’era degli enfant prodige della panchina, veri o presunti che siano, Manuel Pellegrini ha rappresentato un’eccezione perché si è sempre conquistato tutto sul campo, con lavoro e fatica. Nato a Santiago del Cile – con avi di origini italiane (il nonno era lucano) – il 16 settembre del 1953, da difensore, dopo gli inizi nel vivaio dell’Audax Italiano, ha vestito una sola maglia, quella dell’Universidad de Chile, per cui ha sudato ininterrottamente dal 1973 al 1986 prima di appendere le scarpette al chiodo e assumere i panni di mister. Il tutto dopo aver conseguito la laurea in ingegneria civile parallelamente all’attività di calciatore, scusate se è poco. Coniugando al tempo presente il suo percorso da allenatore, nel 1990 passa alla guida del Palestino, altra società della Capitale, qualche mese dopo la Federazione gli affida il Cile Under 20, parentesi proficua seguita dalle avventure al timone di O’Higgins e Universidad Catolica, sempre in patria. Nel 1999 sconfina e comincia a girovagare tra Ecuador (LDU Quito), e Argentina (San Lorenzo e River Plate), portando tutte e tre le squadre alla vittoria dei rispettivi campionati. La fase sudamericana della sua carriera (in bacheca anche 1 Coppa del Cile, 1 Coppa Interamericana e 1 Coppa Mercosur), si chiude nel 2004, quando Manuel, in prossimità del compimento dei 51 anni, fa un biglietto per la Spagna senza sapere che in terra iberica si consacrerà nei nove anni successivi. Dal 2004 al 2009 è il demiurgo del Villarreal, con cui vince subito l’Intertoto e che nel 2006 porta in semifinale di Champions (sconfitto dall’Arsenal che poi si arrenderà al Barcellona di Rijkaard) e nel 2008 al clamoroso secondo posto nella Liga, alle spalle del Real Madrid di Schuster. Era la squadra dei Pepito Rossi, Nihat, Senna, gli attuali viola Gonzalo Rodriguez e Mati Fernandez, Santi Cazorla, Pires, Capdevila e Godin. Nel 2009-10 Florentino Perez, rieletto alla presidenza, gli affida la fuoriserie Galáctica del Bernabeu che può contare sui nuovi acquisti Cristiano Ronaldo, Kakà, Benzema e Xabi Alonso. Dopo un lungo testa a testa con gli acerrimi rivali blaugrana, i blancos centrano soltanto la piazza d’onore nonostante i 96 punti totalizzati, venendo eliminati sia in Coppa dei Campioni (denominazione amarcord, consentitecela) che in Coppa del Re. Zero titoli per Don Florentino fa rima con esonero, si sa: medesimo trattamento riservato 5 anni più tardi a Carlo Ancelotti. Manuel allora decide di ripartire dal Malaga, triennio brillantissimo con prima storica partecipazione alla Champions della compagine della Costa del Sol: strepitosa cavalcata, interrottasi a Dortmund al 92’ del ritorno dei quarti di finale: fino a quel momento gli andalusi erano qualificati, poi la zampata di Felipe Santana fece sfumare il sogno sul più bello. Del resto, ossia dei tre anni al Manchester City, vi abbiamo già parlato. Quale squadra allenerà Pellegrini la prossima stagione? È presto per dirlo, recentemente si è parlato di Zenit e Valencia ma non sono arrivate conferme. Ancora qualche settimana e tutto sarà più chiaro, prima però l’ingegnere cileno, persona perbene del calcio di oggi, proverà a riscrivere la storia.

 

Foto: sito ufficiale Manchester City