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Il marchio di Simone, ma la Lazio ha il solito problema di sempre

12.11.2016 | 00:15

Il marchio di Simone Inzaghi per una Lazio molto bella e competitiva. Una squadra capace di arrampicarsi nelle zone altissime della classifica con la possibilità di confermarsi e di lottare per un piazzamento prestigioso. Peccato che emergano gli stessi problemi di sempre, come se non fossero servite le lezioni del passato. La Lazio non riesce proprio a blindare i pezzi da novanta, dovrebbe farlo con almeno due anni e mezzo (se non tre) di anticipo, nel corso degli anni ha sperperato un patrimonio incredibile. Senza contare le diatribe che hanno causato danni economici non indifferenti, anche con code in tribunale. I contratti vanno prolungati in netto anticipo, è una questione di organizzazione e di filosofia aziendale. Sempre se ci credi davvero e se immagini di poter andare avanti per un ciclo più importante. Le situazioni relative a Keita e Biglia, entrambi in scadenza nel 2018 e senza grossi margini di rinnovo, sono la conferma che la Lazio non ha imparato dal passato e continua a commettere gli stessi errori. Anche nella stagione  caratterizzata dall’innegabile timbro di Simone Inzaghi, un allenatore che a maggior ragione andrebbe tutelato blindando i migliori dell’organico.