MARCO SAU, IL LEADER SILENZIOSO CHE FA GIOIRE UN’INTERA ISOLA
29.11.2016 | 09:30
Il tacco contro l’Udinese, una perla dell’immenso repertorio di Marco Sau, bomber del Cagliari e idolo di un’intera regione, ma non solo. L’attaccante rossoblù domenica scorsa ha collezionato il 100° gettone in Serie A, presenza impreziosita dal suo gol numero 28 nella massima divisione italiana. E che gol: Isla serve Sau tutto solo in area, tocco magico di tacco e palla che si infila all’angolino opposto imparabile per Karnezis, facendo esplodere il Sant’Elia. Rete decisiva per quello che sarà poi il definitivo 2-1 contro l’Udinese e che vale tre punti importantissimi per i sardi ai fini della classifica.
Pattolino, soprannome di Marco Sau fin dall’infanzia, cresce calcisticamente nel Tonara, suo paese natale situato nel cuore della Sardegna. Tra il 1996 e il 2005 un giovanissimo Marco fa sfracelli in tutte le giovanili della piccola società barbaricina fino a quando non viene notato e prelevato dal Cagliari, all’età di 17 anni. Entra così a far parte del settore giovanile del club di Massimo Cellino. 170 centimentri e poco più, faccia da bravo ragazzo, il classico attaccante rapido dal fisico brevilineo e i piedi educatissimi, Sau rimane nel capoluogo sardo fino a 20 anni quando, in accordo con la società decide di spiccare il volo. Le aspettative dei rossoblu nei suoi confronti sono alte, lui si vuole mettere alla prova e farsi le osse in categorie minori: prima tappa Manfredonia, in C1, dove collezione 31 presenze e 10 gol nella stagione 2007/2008. L’anno successivo fa il salto di categoria e passa – sempre in prestito – all’Albinoleffe, in Serie B. Bottino finale: 18 presenze (perlopiù spezzoni di gara) e nessun gol. Nuova stagione, nuovo giro, nuova corsa. E nuovo prestito. Questa volta Marco viene spedito al Lecco, in C1, e le cose vanno leggermente meglio. La stagione si chiuderà con 30 presenze e 4 gol, ancora troppo poco. Nel 2010 arriva la svolta, la chiamata Foggia di Zeman. Sotto la guida del tecnico boemo, Sau esplode: 39 partite e 23 gol tra campionato e Coppa Italia che gli permettono nuovamente di spiccare il volo verso la Serie B. La chiamata della Juve Stabia è irrinunciabile e Marco, alla soglia dei 24 anni, sa che questo è l’ultimo treno per entrare nel calcio che conta. E Sau non sbaglia alle pendici del Vesuvio: 21 reti e secondo posto in classifica marcatori dietro Ciro Immobile. Sarà la definitiva consacrazione. Il Cagliari, finalmente, decide di riportarlo in Sardegna, facendogli indossare quella maglia per cui ha sempre fatto il tifo. Con i rossoblù esordisce in Serie A il 15 settembre 2012 contro il Palermo, subito gol. Di nuovo gol al Siena, quindi la doppietta nella Scala del Calcio, a San Siro, contro l’Inter. Una partenza incredibile per il bomber tascabile di Tonara, che si confermerà su quei livelli anche nelle annate successive. Nelle prime quattro stagioni in Sardegna, Sau realizza 35 reti (25 in Serie A e 10 in Serie B). Il resto è storia recente. Nella stagione attuale, Pattolino ha reggiunto il traguardo delle 100 presenze nella massima divisione italiana, realizzando – finora – tre gol. L’ultimo, uno dei più belli della sua carriera, quello che ha permesso alla compagine isolana di battere l’Udinese. Da sardo doc e tifoso del Cagliari, non osiamo immaginare la sua gioia ogni qualvolta buca le reti avversarie con la maglia rossoblu cucita addosso. Il sogno mai nascosto di Marco Sau è quello di diventare una bandiera del Cagliari, per continuare a essere l’idolo di una regione intera.
Foto: Twitter Cagliari