Tutti lo cercano, tutti lo vogliono. Naturale, alla luce dei riscontri offerti sul rettangolo verde. Ci riferiamo a Mario Rui, una delle note più liete dell'orchestra sinfonica Empoli, egregiamente diretta dal maestro Maurizio Sarri.
Un campionato condotto sin qui al di sopra delle più rosee aspettative: in tanti, a fine agosto, avevano pronosticato un immediato ritorno tra i cadetti degli azzurri. Affrontare la massima serie con il medesimo organico che si era imposto in serie B era un rischio, calcolato però. Da sempre il giocare a memoria può rappresentare quel quid pluris in grado di colmare gap di natura tecnica: la compagine toscana c'è riuscita, raggiungendo la salvezza con ampio anticipo. Conquistare i 7 punticini che servono per tagliare il fatidico traguardo dei 40 punti (fermo restando che stavolta la soglia dovrebbe essere più bassa) sembra essere poco più che una formalità, posto che al termine mancano ancora 10 partite.
Tra gli uomini in copertina, oltre al Daniele Rugani prossimo juventino, al già menzionato Sarri e a Mirko Valdifiori, parimenti destinati a lasciare la provincia dorata, c'è il nostro personaggio del giorno, impostosi a suon di sgroppate sulla fascia alla prima stagione in serie A.
Mario Rui Silva Duarte nasce a Sines, piccolo comune sito nel distretto di Setubal, il 27 maggio 1991. Muove i primissimi passi nel Vasco da Gama Atlético Clube, ma poi a livello giovanile cresce in tre vivai prestigiosi: Sporting Lisbona (7 anni), Valencia e Benfica.
Nel 2010-11 vive la sua prima avventura da professionista tra le file del Fatima, in seconda divisione, mettendo a referto 25 gettoni e 1 rete e mettendosi in evidenza al punto da calamitare le attenzioni degli scout del Parma, che non ci pensano due volte a portarlo in Italia. Evidentemente, prima del recente disastro, la gestione Ghirardi aveva prodotto qualcosa di buono, non soltanto sul campo ma anche in sede di mercato.
La società ducale lo gira in prestito per due volte di fila: prima Gubbio, poi Spezia per un totale di 54 apparizioni e 2 gol tra i cadetti, alla Reggina e al Cittadella.
Nell'estate del 2013 la svolta: l'Empoli lo acquista con la formula della compartecipazione e all’ombra del “Castellani” l’esterno lusitano, formatosi inizialmente come centrocampista, si specializza sempre più nel ruolo di terzino, arretrando di una trentina di metri il suo raggio d’azione. Più che altro i blocchi di partenza dai quali sganciarsi per incursioni sempre ficcanti e pericolose, agevolate da un fisico compatto ma scattante (168 cm per 63 kg).
Dopo aver contribuito in maniera significativa al salto di categoria con 26 presenze, 14 delle quali dal primo minuto, diventa interamente di proprietà dell’Empoli, perché il Parma nel giugno del 2014 non presenta alcuna offerta in busta.
Quest’anno Mario Rui sulla carta doveva fungere da comprimario. I titolari avrebbero dovuto essere Elseid Hysaj e Vincent Laurini, ma ben presto il laterale portoghese si è impossessato dell’out mancino, spodestando l’albanese (dirottato stabilmente sulla destra) e relegando in panchina il collega transalpino.
Il resto è pura attualità. Le sue performance lo hanno proiettato in copertina e noi, negli ultimi tempi, vi abbiamo aggiornato costantemente sui movimenti di svariati club: dal Milan al Napoli passando per Sassuolo e Fiorentina. Svelandovi mosse, sondaggi e abboccamenti ma ricordando sempre che il suo futuro potrebbe dipendere anche dalle evoluzioni in corso sul fronte panchine, valzer destinato a scatenarsi a stretto giro di posta. Una cosa è certa: il ragazzo lascerà l’Empoli, non a caso il sodalizio presieduto da Corsi ha già pensato a Biraghi quale potenziale sostituto sulla corsia di competenza.
Mario Rui sfreccia verso la gloria e, dovendo ancora compiere 24 anni, ha margini di miglioramento ancora notevoli: chi lo prende, fa l’affare.