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Markovic, una stella che già brilla

26.10.2012 | 11:21

 

La partita di Europa League tra Inter e Partizan Belgrado ha confermato quanto di buono si diceva su di lui. Lazar Markocvic è la nuova stella del calcio serbo. A fine del match a San Siro anche il tecnico nerazzurro si è complimentato con Markovic: “Penso che abbia dimostrato tutte le sue qualità. Ha un futuro roseo davanti a lui”. Definito il nuovo Jovetic, nonostante la giovane età (classe 1994) è già un titolare fisso della sua squadra e ora anche della nazionale maggiore. Non è un caso che su di lui si sta già scatenando una vera e propria asta. Questa estate lo Shaktar Donetsk aveva offerto 4 milioni di euro, ma la risposta è stata negativa.

Markovic ha iniziato a dare i primi calci ad un pallone nel FK Borac, società della città serba di Cacak (sua città natale). Il grande salto arriva nel 2006 con il passaggio al Partizan Belgrado. Il trequartista deve spendere più di un grazie per Aleksander Stanojevic che, dal 2010-2012, non ha alcun timore a mandarlo in campo complice l’infortunio di Edù e la partenza verso Cracovia di Iliev. Nella sua patria viene soprannominato “Mali (piccolo, ndr) Pedrito” perché le sue giocate ricordano tanto quelle della stella del Barcellona.

In nazionale, ha bruciato le tappe. Nel 2001 ha esordito con l’under 21 mentre lo scorso febbraio Mihajlovic lo ha convocato tra i “big”. Proprio l’attuale ct della Serbia ha elogiato pubblicamente il suo pupillo: “Nonostante abbia soltanto 18 anni è fortissimo. Non a caso lo faccio giocare già con la mia nazionale. Da quanto è veloce sembra che guidi un motorino. Penso che dopo Jovetic, sia il miglior prodotto del Partizan”.

Mihajlovic quindi consiglia di acquistare Markovic, ma non ha fatto i conti con il direttore sportivo del Partizan, Krstajić, che ha affermato come il calciatore non lascerà la squadra per almeno due anni. L’intenzione del club è quella di valorizzarlo il più possibile per evitare altri casi Nastasic: il difensore, colonna del City, andò alla Fiorentina senza mai aver esordito in prima squadra. Sbagliando s’impara.