Lo aveva scovato Zeman, scoprendolo come capitano della Seleçao Under 17, e si era affrettato a chiederlo a Walter Sabatini come acquisto per la sua Roma. La dirigenza giallorossa lo aveva portato a Trigoria per 1,5 milioni di euro versati subito nelle casse del Corinthias, con l’accordo di pagarne altri 4 se il giocatore avesse raggiunto le 8 presenze in Serie A. E già questo particolare ci fa capire in quanti, realmente, conoscessero il valore di Marquinhos. Pochi, pochissimi. Forse il solo Zeman, criticabile per molte cose, ma certamente non per il suo fiuto per i giovani talenti. Ed invece, al contrario dell’opinione dei tanti che nella capitale, leggendo dell’operazione con il club brasiliano, erano rimasti indifferenti o addirittura avevano storto il naso, Marquinhos è un giocatore fatto e finito. A 18 anni. Esordisce in Serie A nella sconfitta con il Bologna per 3-2, e gioca da titolare il suo primo match nella massima serie poco dopo, contro l’Atalanta. Siamo solo a novembre e la Roma si ritrova a pagare la somma prevista per l’acquisto definitivo. Avviene dopo la partita con il Torino, quando l’Olimpico gli dedica due ovazioni. La prima, quando ferma Bianchi ormai lanciato verso la porta di Goicoechea con una scivolata precisa al millimetro. La seconda, quando recupera in velocità Cerci e gli strappa il pallone. Una promozione sul campo, l’evidenza che Marcos (questo il nome che porta sulla maglia giallorossa) è il perno difensivo della Roma. E’ ovvio che certe cose impressionino non solo gli spettatori paganti ma anche gli osservatori delle più importanti squadre europee, tra tutti Barcellona e PSG. Le voci si fanno sempre più forti con il passare dei mesi, complice anche il naufragio della squadra. Gli osservatori sono molti in tribuna, come durante la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Inter. E’ un’annata dura, piena di contestazioni, di risultati deprimenti e di poca chiarezza sul fronte societario. La tifoseria è arrabbiata, i giocatori delusi e tutto peggiora con la sconfitta contro la Lazio in finale di Coppa Italia che arriva come un fulmine a ciel sereno. Tutti nell'ambiente si aspettavano di vedere giocare la Roma in Europa League, il prossimo anno. E invece, rimangono impresse nella memoria le lacrime di Capitan Totti a fine partita. In Europa ci va la Lazio. Il Barcellona si rifà sotto, ma Sabatini valuta Marquinhos “almeno 30 milioni di euro”. I giallorossi non hanno le coppe il prossimo anno e hanno bisogno di far cassa per far ripartire l’ennesima rifondazione. Vendere il brasiliano significa una plusvalenza non da poco. L’agente di Marquinhos si dichiara subito onorato dell’interesse dei Blaugrana e rivela la preferenza del giocatore per questa destinazione. Certo, chi non vorrebbe giocare al Camp Nou? Ma in realtà di squadre interessate ce ne sono molte, e tutte di primissima fascia. Il giocatore ormai non si allena nemmeno più con la squadra, ufficialmente ha la febbre, ma sono in tanti a pensare che si tratti di una “malattia diplomatica”, esplosa proprio in attesa che le cose si definiscano. Poi, ad un certo punto della trattativa, si inserisce il PSG. Di questi tempi, quando si parla dei francesi, si parla di milioni. Tanti milioni, 35 per la precisione. Come si fa a dire di no ad un’offerta così, in un periodo del genere, con una squadra da rifondare e con la piazza che vuole il nome di grido, importante, per cercare di risalire la china e riprendersi ciò che sente dovuto? Non si dice, semplice. E peccato se Marquinhos era già, di fatto, il “Top Player” di cui tutti parlano. Peccato se poteva essere il nuovo Aldair, ma forse più forte. C’è bisogno di far cassa. La Roma realizza una plusvalenza enorme, il PSG (che nell’ultima settimana ha investito qualcosa come 99 milioni di euro per due giocatori) affianca Thiago Silva con un difensore che è già alla sua altezza. A 18 anni.