MATEO KOVACIC, CIAO INTER. IL REAL HA UNA NUOVA STELLA

Come dirsi addio in poche ore. Così sta per finire la storia d’amore tra l’Inter e Mateo Kovacic. Una storia d’amore nata nel gennaio del 2013. Una storia d'amore mai sbocciata definitivamente.



Poche ore, sì, sono state sufficienti al Real Madrid per bussare alle porte del club nerazzurro e portarsi via quella stellina croata arrivata a Milano carica di talento e speranze.

Quel talento (immenso, non lo nascondiamo) che i tifosi meneghini hanno potuto apprezzare talmente poco da non lasciare traccia nei ricordi, tra qualche mese. O anno.



L’Inter e Kovacic non si sono mai amati. Ci hanno provato, hanno insistito, si sono inseguiti. Ma l’amore, quello vero, è un’altra cosa.

Thohir non ha mai nascosto che per finanziare la campagna acquisti desiderata da Mancini ci sarebbero state in programma delle inevitabili cessioni, anche a costo di perdere giocatori importanti. Ma le cessionisarebbero arrivate a prescindere, per rispettare i paletti del Fair Play Finanziario.



Ed il gioco si è realizzato: prima ha detto addio Xherdan Shaqiri (volato allo Stoke City per 17 milioni), ora tocca al giovane Mateo. L’Inter otterrà una plusvalenza record dalla sua vendita: circa 30 milioni. I calcoli sono semplici: arrivato per circa 14,5 milioni, i nerazzurri lo cedono a 40.

Ragioni economiche a parte, Kovacic lascia l’Inter anche, e soprattutto, per motivi tattici. Prima Mazzarri, poi Mancini: nessuno è riuscito a comprendere la vera collocazione in campo di un calciatore che ha talento da vendere, ma totalmente inespresso. Centrocampista centrale davanti alla difesa, trequartista, regista alla Pirlo: che tipo di giocatore è Kovacic non si è mai capito. Non l’ha capito il tecnico toscano, che l’ha relegato troppo spesso in panchina, non ce l’ha fatta Roberto Mancini, che pure gli aveva dato molta più fiducia, ma che allo stesso tempo si stava già muovendo da inizio estate per cercare sul mercato un centrocampista meno tecnico e più muscolare (come Felipe Melo, ad esempio).

Le responsabilità del tecnico jesino sono altissime: rinunciare a un classe 1994, seppur discontinuo, può rivelarsi rischioso. Ma tant’è. 97 presenze e 8 gol: questo è il bottino interista del gioiello croato. E adesso, nella carriera di Mateo Kovacic si apre un’altra pagina, quella ricca e dorata del Real Madrid. Il sogno di ogni calciatore in erba, quello di indossare un giorno la camiseta blanca. Mateo ci riuscirà a soli 21 anni.

E’ stata una richiesta precisa di Rafa Benitez, l’h voluto personalmente per costruire un reparto da favola insieme a Kroos e Modric. Chissà se l’ex allenatore del Napoli riuscirà nell’impresa di trovare (finalmente) un posto fisso da titolare al giovane Mateo.

Destro naturale, dotato di tecnica eccellente, dribbling fulminanti e passaggi filtanti, Kovacic cresce calcisticamente nel LASK Linz (squadra della città che gli ha dato i natali il 6 maggio del 1994), all’età di sei anni. A 13 anni, si trasferisce con la famiglia a Zagabria, e lì inizia a giocare nelle giovanili della Dinamo.

Nel 2009, un grave infortunio lo tiene fermo per molti mesi: tornerà in campo il 31 maggio del 2010, allorquando affronterà l’Hajduk Spalato nell’ultima partita del campionato croato Under 17. Pur continuando a giocare con le giovanili, nello stesso anno Kovacic inizia ad allenarsi con la prima squadra – sotto la guida del tecnico Vahid Halilhodzic – e riesce ad esordire il 20 novembre, nella sfida contro il Hrvatski Dragovoljac (segnerà anche il quarto dei sei gol vittoria della Dinamo Zagabria).

16 anni e 198 giorni: Kovacic fa segnare il record come il più giovane debuttante e marcatore della storia del campionato croato.

A gennaio 2013, dopo 9 reti e 73 presenze (tra campionato e coppe), Kovacic lascia la Dinamo Zagabria per accasarsi, dunque, all’Inter. Per sottolineare l’importanza e il prestigio dell’acquisto, gli viene consegnta la maglia numero 10. Ma solo in campionato, perché in Europa League – in quella stagione – quel numero era già sotto l’egida di Wesley Snejder.

L’esordio in maglia nerazzurra avverrà il 3 febbraio, nella sconfitta per 3-1 in casa del Siena. I primi gol milanesi arrivano nell’agosto del 2014: tripletta allo Starnjan, preliminari di Europa League. Il 14 settembreè il turno della prima rete in serie A, contro il Sassuolo. Il resto è storia nota.

Mateo Kovacic ora è pronto ad illuminare il Santiago Bernabeu. Il campo dirà se l’Inter ha preso la decisione giusta. Ma intanto c'è la Spagna nel futuro (già presente) del giovane Mateo.