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Materazzi: “Il Barcellona non mette più tanto paura. Nel 2010 il rosso a Motta ci rese una cosa sola”

02.10.2019 | 11:52

Marco Materazzi è stato senza dubbio uno dei principali protagonisti del Triplete conquistato dall’Inter nel 2010. Quella squadra che, nelle semifinali di Champions League contro il Barcellona, compì una vera e propria impresa. L’ex difensore ha parlato di questo e dell’imminente nuovo incrocio tra le due squadre per Marca: “Per provare a vincere, bisognerà innanzitutto non prendere gol. Vedremo se giocherà Messi: in caso contrario sarà un peccato per il calcio, ma anche un bene per l’Inter perché Messi è il calcio. È impossibile fermarlo, bisogna solo sperare che sia in una giornata no. Il Barcellona è sempre forte, ma ora non mette tanta paura alle rivali. Non è quello del 2010, quella squadra non tornerà mai. Giocavano a memoria, dei fenomeni. Ora ce ne sono tre o quattro, ma allora erano dieci e un alieno chiamato Messi. Mourinho insistette sul fatto che non dovevamo commettere alcun errore se volevamo passare. Era molto importante segnare in casa e lo facemmo. Quel Barcellona era quasi imbattibile, il più forte della storia. Dopo l’andata andammo a Barcellona con fiducia, anche se sapevamo che con Messi in campo poteva succedere qualsiasi cosa. L’espulsione di Motta fu ingiusta, ma invece di ammazzarci unì il gruppo. Eravamo una cosa sola, chi era in campo e chi in panchina. Quest’anno l’Inter deve affermarsi in Italia, prima di pensare alla Champions. Non si vince al primo anno in Europa. Abbiamo visto che il Liverpool ha avuto un processo di sei-sette anni ad alto livello prima di vincere la Champions. L’Inter è molto solida, prende pochi gol. Tutti sono molto organizzati dietro la palla, è molto difficile da affrontare. Conte ha portato solidità. Non è facile quando ci sono tanti nuovi arrivi e un allenatore nuovo. Non si può pretendere il calcio spettacolo. Si stanno costruendo le fondamenta. Godin ha portato una grande esperienza. Ha il vantaggio che la filosofia di Simeone è molto vicina a quella di Conte. L’adattamento sarà più facile. Sanchez è stato tra gli ultimi ad arrivare. La preparazione in Inghilterra è diversa che in Italia, serve pazienza. Lukaku è un giocatore che si sacrifica molto per la squadra. Ci si aspetta segni 20, 30, 40 gol, ma è molto più di questo“.

Foto: twitter ISL