MATS HUMMELS E IL BAYERN, UN RITORNO ALLE ORIGINI
29.04.2016 | 11:40
Dortmund e Monaco di Baviera distano poco più di 600 chilometri. Ma dove la geografia rende indispensabile l’utilizzo di un aereo per spostarsi da una all’altra città, è il calcio ad annullare una distanza che negli anni si è sempre più appiattita. Merito – o colpa, dipende dai punti di vista – di trasferimenti rumorosi, di interpreti del pallone che si sono svestiti della casacca giallonera per indossare quella ancor più pesante biancorossa. Una svolta cromatica sì, ma anche una dichiarazione d’intenti chiara e pulita. Il pioniere di questa “migrazione” risponde al nome di Mario Götze. Che, per sua fortuna, dodici mesi dopo il “grande tradimento” ha preferito farsi ricordare negli anni a venire più per una rete decisiva nella finale dei Mondiali che per altro. Un colpo di spugna sul passato, ma non ricordatelo alle casse bavaresi, alleggerite di ben 37 milioni di euro. Un’estate più tardi è toccata a Robert Lewandowski. Questo sì, un autentico botto di mercato. Sia per lo spessore del centravanti polacco, sia per il costo dell’operazione. Cioè, nulla. Come se non bastasse, come se l’asse del grande affronto non fosse già abbastanza rovente, ecco un nuovo appassionante capitolo che si avvia verso l’ormai scontata conclusione. In una maniera piuttosto insolita, specie a questi livelli. “Il difensore Mats Hummels ha comunicato il suo desiderio di lasciare il club per unirsi ai rivali del Bayern Monaco”. Non un’indiscrezione di mercato di chissà quale quotidiano teutonico, né una dichiarazione di qualche addetto ai lavori vicino al Borussia. Bensì un comunicato ufficiale, in un tranquillo pomeriggio del 28 aprile 2016. A squarciare le ambizioni e le speranze di quei tifosi che ora, a gran voce, gridano sempre più al saccheggio.
Ma non chiamatelo “tradimento”: in pochi sanno che per Mats Hummels questo sarà solo un ritorno alle origini. Dal 1995 al 2006, prima del grande salto nel calcio professionistico, il centrale tedesco classe 1988 è cresciuto proprio nelle giovanili del Bayern. Con i bavaresi il debutto in Bundesliga, datato 19 maggio 2007. Unico gettone di presenza in due anni all’Allianz Arena, poi il trasferimento a Dortmund in prestito con diritto di riscatto (fissato ad appena 4 milioni di euro). Sono gli anni della rapida scalata a livello internazionale: 2 scudetti, 1 Coppa nazionale, 2 Supercoppe di Germania, la fascia da capitano, la conquista di un posto da leader prima nella Nazionale Under 21 (campione d’Europa nel 2009) poi in quella dei “grandi”, culminata con il trionfo di Brasile 2014. E due mentori a fare da sfondo a una carriera da primo della classe: Joachim Löw e Jurgen Klopp. Un “fattore J” ad esaltare qualità indiscusse, che lo hanno portato a essere riconosciuto tra i migliori difensori nella storia recente del calcio mondiale. I suoi 192 centimetri di altezza fanno pensare che il suo ruolo non sarebbe potuto essere diverso da quello che ha nel sangue. Eppure Hummels nasce come mediano davanti alla difesa, una sorta di Yaya Touré europeo che faceva della fisicità e della visione di gioco le sue armi più raffinate. Non ci è voluto molto, tuttavia, perché il suo raggio di azione di spostasse qualche metro più indietro. Da quel momento, pensare di penetrare in area dalle sue parti è diventato una sorta di incubo per gli attaccanti. Pulito negli interventi, mai irruento, padrone assoluto del gioco aereo, abile anche in fase offensiva (lo testimoniano i 24 gol messi a referto in quasi otto stagioni complete al Signal Iduna Park). Come specificato dal Borussia, il Bayern non ha ancora avanzato alcuna offerta e nel suo contratto, in scadenza nel 2017, non ci sono clausole rescissorie. Particolari pleonastici che fanno da contorno a uno scenario di mercato ormai ben definito. Mario Götze, Robert Lewandowski, Mats Hummels. Occhio: Franck Ribery ha da poco spento 33 candeline. Marco Reus, sei stato nominato…
Foto: Borussia on Twitter