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MATTIA CALDARA, L’ENFANT PRODIGE CON LA MAGLIA DELL’ATALANTA COME SECONDA PELLE

27.10.2016 | 09:30

Toccare il cielo con un dito, a volte, può accadere davvero. E quello che è successo ieri durante Pescara-Atalanta ne è la prova provata. Allo stadio Adriatico si gioca la gara del turno infrasettimanale valido per la decima giornata del campionato di Serie A. Al 60′, con la partita inchiodata sullo 0-0, sugli sviluppi di un calcio d’angolo in favore dei nerazzurri, la palla spiove in piena area di rigore dove, ben appostato, c’è un ragazzotto alto quasi 190 centimetri che stacca imperiosamente di testa e insacca la sfera alle spalle di Bizzarri. Gol decisivo, match che finisce 1-0 e tre punti d’oro per l’Atalanta che sale momentaneamente al sesto posto in classifica. Fin qui niente di particolare, se non fosse che quel ragazzo finito sul tabellino dei marcatori, all’anagrafe Mattia Caldara, è alla sua prima rete in assoluto in Serie A, è bergamasco, cresciuto nel settore giovanile della Dea e vive la sua vita con i colori nerazzurri cuciti addosso come una seconda pelle. “Sono davvero contento per il mio primo gol in Serie A, anche perché è valso tre punti importantissimi per la squadra”, dirà a fine gara il nostro personaggio del giorno.

Mattia Caldara nasce a Bergamo il 5 maggio del 1994 e fin da bambino ha un’attrazione speciale per il pallone e per l’Atalanta. All’età di 9 anni, nel 2003, inizia la sua avventura nella squadra orobica, club noto in Italia per allevare e valorizzare i prodotti del proprio vivaio. Ben presto il piccolo Mattia mette in mostra tutte le sue qualità nel ruolo di difensore centrale. Dopo aver fatto tutta la trafila nel settore giovanile nerazzurro, vincendo un campionato Giovanissimi Nazionali nella stagione 2007/08, esordisce in prima squadra e in Serie A il 18 maggio 2014, a 20 anni, in occasione di Catania-Atalanta (partita conclusa sul risultato di 2-1 in favore dei siciliani), subentrando nel secondo tempo al posto di Davide Brivio. Poi due anni in prestito, per farsi le ossa, con Trapani e Cesena. “Sarà per il ruolo, ma sin da piccolo mi ispiravo a Nesta, poi crescendo mi sono appassionato a Thiago Silva. Loro sono due mostri sacri, io devo solamente pensare a lavorare e a migliorarmi rimanendo coi piedi per terra”, ha dichiarato Caldara durante la presentazione con il club romagnolo, un anno fa. Nelle due stagioni di Serie B arriva la consacrazione: colleziona complessivamente 47 presenze, condite da 5 reti e da tanti applausi. Nel frattempo, grazie alle sue brillanti prestazioni, entra stabilmente nel giro della Nazionale Under 21, totalizzando, fino ad oggi, 7 gettoni.

Nella scorsa estate, l’Atalanta lo richiama alla base. Il suo sogno di far parte della prima squadra bergamasca si è finalmente realizzato. Non solo, l’8 luglio 2016 arriva anche l’importante rinnovo di contratto, con scadenza 2021, a testimonianza di quanto il club nerazzurro creda in lui: “Si sta realizzando il sogno che avevo fin da quando sono arrivato nei Pulcini e cioè riuscire ad arrivare in prima squadra – afferma subito dopo la firma -. Per me è motivo d’orgoglio, ne vado fiero. Ripenso a quando da piccolo andavo allo stadio e vedevo i giocatori dell’Atalanta come degli idoli. Passare dalla tribuna al campo è una grande soddisfazione e da bergamasco lo è ancora di più: fin da bambino ho imparato e capito quanto conti questa maglia, quanto sia importante onorarla sempre. E indossarla per me è motivo di orgoglio”. In questo primo scorcio di stagione, Caldara ha dimostrato di saperci fare: ha il tempismo dei veterani, la classe cristallina dell’enfant prodige, la freddezza che solo i fuoriclasse hanno. Le potenzialità per diventare uno dei difensori più forti del calcio italiano ci sono tutte. L’età è dalla sua parte, il talento pure. Se le premesse verranno rispettate, siamo certi che sentiremo parlare ancora a lungo di Mattia Caldara.

Foto: sito Atalanta