MAURIZIO SARRI, IL MILAN E’ STREGATO
15.03.2015 | 11:01
“Fa piacere, ma una volta che chiudo i giornali devo pensare alla salvezza dell’Empoli. In questo periodo arrivano tante voci e dobbiamo essere bravi a rimanere concentrati e partecipare a poche trasmissioni e a poche interviste, come ho detto al nostro addetto stampa. Fra me e il Milan non c’è stato alcun contatto, anche perché ho ancora due anni di contratto con l’Empoli. Se qualcuno volesse raggiungermi dovrà passare per forza dalla società. La mia occasione l’ho già avuta e me l’ha data il mio club, che mi ha dato la possibilità di fare la serie A”. Maurizio Sarri sa bene che il Milan farebbe carte false per affidargli la propria panchina per la prossima stagione. Berlusconi e Galliani sono rimasti letteralmente stregati da un uomo capace di insegnare calcio in modo puro, semplice ma tremendamente efficace. E’ lui il vero artefice dell’Empoli che sta stupendo tutti quest’anno. Una squadra che, in termini numerici, ha forse raccolto meno di quanto potesse fare fino a qui (30 punti in 27 partite), ma che raggiungerà – potremmo metterci entrambe le mani sul fuoco – una salvezza più che meritata. Un altro importante tassello è stato posto ieri sera: il pareggio al 93′ di Vecino al Sant’Elia è stato più di un segnale in questo senso. Non solo il classico gol dell’ex, non solo l’aver ricacciato indietro un Cagliari disperatamente alla ricerca di punti salvezza, ma anche l’ennesima prova che questo gruppo non molla mai. E del resto parte del merito spetta proprio a Sarri se molti dei giocatori del club toscano adesso sono nel mirino (o già destinati al grande salto) delle grandi: Rugani, Sepe, Mario Rui, Hysaj, Valdifiori e chi più ne ha più ne metta. Ma lo stesso tecnico partenopeo, adesso, è in odore di rossonero.
Il binomio Sarri-mondo del calcio parte nel 1990: la sua prima esperienza è sulla panchina dello Stia. Da allora una serie interminabile di viaggi pallonari: tra questi, Pescara, Arezzo, Avellino, Verona, Perugia e Grosseto. Fino ad arrivare al 2012, a quell’Empoli che lo ha portato dritto in serie A.
Quando si pensa all’Empoli di quest’anno, inevitabilmente vengono in mente gli schemi su calcio da fermo che hanno praticamente fatto scuola. Quasi tutte le big hanno patito la rapidità e l’imprevedibilità dei giocatori biancazzurri, subendo spesso e volentieri gol apparentemente sciocchi ma dietro ai quali si celava un duro e costante lavoro settimanale. Tutto questo è il lavoro di Sarri: determinazione, andare oltre il timore reverenziale, sfruttare l’effetto sorpresa, giocarsela alla pari anche contro chi guadagna il quadruplo e ha una cifra tecnica oggettivamente superiore. Ma il grande salto, quello vero, potrebbe essere dietro l’angolo. Il Milan se n’è innamorato, Inzaghi ha dimostrato di aver bisogno di qualche anno di gavetta prima di poter aspirare a una panchina di questo livello. In rossonero hanno una voglia matta di un tecnico che mangi pane e calcio da tempo, che sappia lanciare i giovani ma anche valorizzare le qualità dei big, che offra una manovra spumeggiante e che soprattutto porti a casa i risultati. Nelle corde di Maurizio Sarri c’è tutto questo, lui non ha alcuna paura di confrontarsi con una piazza di tale calibro. E chissà se nella scelta del Milan non abbia avuto un peso enorme la voglia di risolvere una volta per tutte l’annoso problema sui calci piazzati. In tal caso, non si poteva scegliere di meglio…