Mauro Zarate e l’Italia. Un rapporto che si era concluso tre anni fa, allorquando l’attaccante argentino lasciò la Lazio (il club che l’ha portato per la prima volta nel Belpaese e ne ha fatto conoscere a tutti le qualità), per andare a provare , anzi a riprovare, l’avventura nel dorato calcio inglese. In pochi giorni, la Fiorentina – alla ricerca di una nuova punta per il contemporaneo addio, sempre più vicino, di Pepito Rossi – ha colto al volo l’occasione e si è assicurato il funambolico giocatore sudamericano, dai più conosciuto come “Maurito”. Il club viola l’ha preso a titolo definitivo, a dimostrazione che – a 29 anni – può ancora dare un contributo importante. Paulo Sousa avrà a disposizione un elemento capace di mettere in difficoltà le difese avversarie con la sua velocità, i suoi dribbling e – perché no – i suoi gol. Zarate è il classico attaccante a cui non bisogna chiedere troppi compiti tattici: fantasista, prima punta, ala, Maurito è in grado di ricoprire qualsiasi ruolo nel reparto offensivo. E’ molto bravo quando, partendo lateralmente, si inserisce per vie centrali e dirigersi verso l’area di rigore. Particolarmente dotato nel creare la superiorità numerica, Zarate è esattamente il profilo che manca alla Fiorentina orfana delle giocate, in tal senso, di Salah e Joaquin e del 4-3-3 (o 4-3-1-2) offensivo che Paulo Sousa è solito mettere in campo. La fiducia in lui deve essere per forza un passaggio obbligato: alla Lazio abbiamo tutti ammirato il suo talento (e anche un po’ il suo carattere), l’occasione viola non capita tutti i giorni e Zarate è consapevole di giocarsi tanto, forse troppo. Una carriera suddivisa tra Argentina, Italia e Inghilterra. Questi i campionati dove ha potuto sfoggiare le sue qualità.
Maurito è nato in una frazione di Buenos Aires, il 18 marzo del 1987. La sua famiglia, piuttosto agiata, vive nel mondo del calcio da sempre: il nonno, Juvenal, era cileno e giocava a pallone, mentre il padre, Sergio, ha giocato nell’Independiente. Maurito è il quintogenito della famiglia, e oltre a lui, altri tre fratelli hanno praticato questo sport: Sergio (breve esperienza nell’Ancona, durante la stagione 1992/1993), Ariel e Rolando. La sua carriera inizia nel Velez Sarsfield, dove svolge tutta la trafila nelle giovanili. Ma già a 17 anni veniva convocato più volte in prima squadra. Inizia a mettersi in luce nel Torneo Apertura del 2006, quando – insieme a Rodrigo Palacio del Boca Juniors – ha messo a segno 12 reti, risultando capocannoniere della competizione. Con la maglia del Velez riuscirà a vincere il Clausura, totalizzando 22 reti in 75 apparizioni. Nel 2007, per ragioni sostanzialmente economiche come da lui stesso dichiarato, si trasferisce in Qatar – all’Al-Sadd – in cambio di 20 milioni di dollari. Un’esperienza tutt’altro che esaltante: 4 reti in sei gare. Ma i numeri non sono tutto: Zarate ha poi successivamente sottolineato come le partite erano tristi cos’ come la vita quotidiana a Doha, considerato che non aveva amici. Dopo soli sette mesi in Qatar, dunque, decide di trasferirsi in Inghilterra, dove lo accoglie il Birmingham in prestito. Il 22 marzo del 2008 realizza la sua prima rete in Premier League, in occasione del match perso 2-1 contro il Reading, mentre nella giornata successiva segna addirittura una doppietta contro il Manchester City, contribuendo in modo feroce alla vittoria per 3-1 dei suoi compagni. La sua prima, breve, avventura inglese si concluderà con 4 reti in 14 presenze, non sufficienti però a salvare la squadra dalla retrocessione in Championship, relegata al penultimo posto in classifica a fine stagione. Per Zarate si presenta, così, l’opportunità di giocare in Italia. Rientrato dal prestito all’Al-Sadd, Maurito accetta la proposta della Lazio che lo ingaggia il 9 luglio in prestito oneroso (3 milioni di euro) con diritto di riscatto fissato a 17 milioni. L’arrivo in Italia coincide subito con una scelta, quella del numero di maglia, pesante, ovvero la 10. Che a Roma vale tanto. Il 31 agosto di quell’anno, esordisce immediatamente in serie A contro il Cagliari e ai tifosi già brillano gli occhi: doppietta. Va in gol anche nelle due partite successive, con Samp e Milan. Il 28 settembre, contro il Torino, segna la sua seconda doppietta personale. Il 3 dicembre arriva anche il primo gol in Coppa Italia, contro il Siena. La stagione sarà ampiamente positiva: 16 reti in 41 presenze tra campionato e coppe. Il 30 aprile del 2009, giorno fissato per il riscatto, il presidente Lotito conclude l’operazione in Qatar, mettendo sotto contratto Zarate per cinque anni e sborsando circa 20 milioni di euro per acquistarlo a titolo definitivo. La Lazio, dunque, ha deciso di puntare decisamente su di lui. All’inizio della sua seconda stagione con la maglia biancoceleste, vince la Supercoppa Italiana, battendo 2-1 l’Inter a Pechino. Meno brillante il suo rendimento, sia con Ballardini che con Reja (i due tecnici che si sono alternati alla Lazio nella stagione 2009/2010), anche per motivi disciplinari extra-calcistici: totalizzerà solo 3 reti in campionato in 31 presenze. Il rapporto con Reja non decolla: durante la preparazione estiva (2010/2011) viene lasciato in tribuna in molte circostanze. In campionato, però, la musica cambia: Zarate gioca e segna regolarmente, a volte anche con gol belli da vedere, come lo splendido pallonetto a Castellazzi in occasione della vittoria contro l’Inter a dicembre. La Lazio terminerà la stagione al quinto posto e con la qualificazione all’Europa League: i 9 gol di Zarate risulteranno decisivi per il risultato finale della squadra. Il 3 agosto del 2011, però, arriva la grande occasione, quella proprio dell’Inter, che lo preleva in prestito con diritto di riscatto e con cui firma un contratto quinquennale. Il primo gol ufficiale con la maglia nerazzurra è anche il suo primo assoluto in Champions League: 27 settembre 2011, contro il CSKA Mosca. Il primo ottobre, in occasione di Inter-Napoli, tocca quota 300 partite nei campionati professionistici. La prima rete in campionato arriva ad aprile 2012, contro il Genoa. L’avventura all’Inter, però, risulterà fallimentare: a fine stagione, il club decide di non riscattarlo e di rispedirlo alla Lazio. Ma il ritorno in biancoceleste è tutt’altro che esaltante: verrà messo fuori rosa dopo la sua rinuncia alla convocazione prima della partita di campionato contro l’Inter. Zarate intenterà così una lunga causa per mobbing contro il club capitolino. La vicenda, dopo varie vicissitudini, si concluderà solo ad agosto del 2013, quando Zarate torna al Velez, visto che la Fifa gli aveva concesso l’ok dopo le decisioni del Collegio Arbitrale che aveva stabilito come non ci fosse stato nessun mobbing da parte della Lazio. Il palmarès italiano di Zarate parla di due Coppe Italia e una Supercoppa Italiana e – come bottino personale – 34 reti in 126 presenze. Il 28 maggio del 2014, terminata nuovamente l’esperienza al Velez, fa ritorno in Inghilterra, dove ad accoglierlo in questa circostanza è il West Ham. Tra gennaio e luglio del 2015 fa un breve passaggio in prestito al QPR prima di ritornare, nell’ultima stagione agli Hammers. Ripercorrendo la carriera di Maurito, dunque, si percepisce come l’avventura italiana sia stata, in qualche modo, la più esaltante. Ed è per questo motivo che i tifosi della Fiorentina credono in questo acquisto: Zarate si esalta nei campi del Belpaese. La Viola spera. Il calcio italiano ritrova un funambolo del gol.
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Foto: WH on Twitter