MAX KRUSE, IL GENIO RIBELLE DELLA BUNDESLIGA

Una miscela esplosiva di tecnica, furbizia e velocità: Max Kruse è il prototipo tedesco dell'attaccante moderno. Il numero dieci del Borussia Moenchengladbach ha messo ieri la parola fine alla Bundesliga, consegnando indirettamente al Bayern Monaco il terzo titolo consecutivo e a Pep Guardiola l'ennesimo trionfo della sua carriera da allenatore e profeta del tiki taka. L'acuto del 27enne di Reinback al 90' del big match contro il Wolsfsburg ha avuto una doppia valenza, poiché ha permesso al Borussia M. di ridurre il gap in classifica dai 'Lupi'. Il secondo posto per la squadra rivelazione della Bundesliga dista adesso solo quattro punti e con un Wolfsburg in fase calante le possibilità di un sorpasso al fotofinish sono molto alte.
Max Kruse è un giocatore poco noto alla stampa internazionale, più concentrata sulla rivelazione dell'anno Patrick Herrmann, ma il suo approdo al Borussia M. dopo la fugace esperienza al Friburgo è stato decisivo per permettere alla squadra allenata da Lucien Favre di compiere il definitivo salto di qualità e scalare le gerarchie della Bundesliga. Kruse occupa il ruolo di punta centrale nello scacchiere del tecnico svizzero, ma nonostante la sua stazza può essere impiegato anche come 'falso nueve' o trequartista. Max è un giocatore completo, che mette insieme l'intuito di Podolski, la precisione di Muller e la voracità in area di rigore del laziale Klose.
Cresciuto e maturato nelle giovanili del Werder Brema, il talento di Kruse esplode nel S.Pauli dove mette a segno 22 reti in 3 stagioni. Nel 2012-2013 cambia per la terza volta maglia e città sposando la causa del Friburgo, dove realizza 11 reti complessive e suscita a suon di prestazioni 'monstre' le attenzioni del ct della nazionale tedesca Low. Il valore di mercato del giocatore si impenna improvvisamente, così il Friburgo decide di fare cassa cedendo il calciatore all'ambizioso Moenchengladbach di Favre. Pochi mesi dopo arriva la prima convocazione in Nazionale, un sogno per un giocatore che ha fatto tutta la trafila delle nazionali minori, ma il sogno Mondiale si spezza un mese prima della partenza per il Brasile, quando Max viola le norme comportamentali del ritiro in una trasferta della Germania in Inghilterra. Low lo depenna dalla lista dei convocati, ma Kruse non ne fa una malattia e vola a Las Vegas per partecipare ad un torneo di poker, la sua grande passione. Entra nella finale a sei ma non riesce a conquistare il braccialetto che porta alle World Series of Poker.
Un personaggio particolare Max Kruse, un giocatore trascurato dai media e dagli operatori di mercato europei, un talento folle che spesso infrange i rigorosi dogmi del calcio tedesco, un ribelle che ama le sfide impossibili proprio come quella del Moenchengladbach in Bundesliga o come la conquista di un pass alle World Series of Poker.