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MAZZARRI, LA PREMIER NON E’ PIU’ UN SOGNO

21.05.2016 | 10:50

Milano e Watford distano circa 1300 chilometri. Gli stessi che separano il capoluogo lombardo da Reggio Calabria. Lì, proprio dove il fenomeno Mazzarri ha cominciato a espandersi a macchia d’olio davanti alle platee della nostra serie A. Oggi, a 12 anni di distanza da quelle tre salvezze di fila ottenute con la Reggina – miracolosa quella della stagione 2006/2007, cominciata con un meno 15 post Calciopoli che sapeva di condanna – la carriera del tecnico di San Vincenzo riparte a gonfie vele, dopo un anno di totale assenza da ogni palcoscenico. E lo fa con un inedito: il gusto della Premier League. L’era Pozzo al Watford ha voluto che il destino regalasse agli Hornets un’altra importante fetta di tricolore oltremanica. 
 

Accordo triennale, e non più biennale come concordato inizialmente. Segno della grande fiducia riposta nei suoi confronti, della totale convinzione nell’aver affidato un progetto ambizioso nelle mani della persona giusta. Già, perché il Walterone nazionale di segni ne ha lasciati eccome in passato, e non solo in terra calabrese. Nel biennio a Genova con la Samp si qualifica per la prima volta in Coppa Uefa e sfiora la conquista della Coppa Italia, persa in finale all’Olimpico ai rigori contro la Lazio. Poi la prima grande opportunità chiamata Napoli, dove rileva Roberto Donadoni. Un ritorno da protagonista, dopo l’esperienza da vice di Ulivieri nel 1998. I risultati arrivano eccome: prima la partecipazione all’Europa League, poi il terzo posto che consente l’accesso ai gironi di Champions, traguardo che mancava alle pendici del Vesuvio da ben 21 anni, tutto merito del solidissimo 3-5-2 talmente ben riuscito che, secondo il diretto interessato, anche Barcellona e Bayern Monaco si sarebbero ispirate al suo modo di giocare. Suggestioni a parte, la sua è una macchina quasi perfetta: il trio Lavezzi-Cavani-Hamsik, nell’apice della militanza partenopea, orchestra i contropiedi a meraviglia. E arriva così la gioia più grande, quella del primo trofeo alzato al cielo: è il 20 maggio 2012 e, sempre sul prato dell’Olimpico, il Matador e lo slovacco stavolta fanno esultare un popolo intero, a digiuno di successi sin dagli anni d’oro di Maradona. Quella che poi sarebbe dovuta essere una parentesi felice (l’Inter), logica conseguenza di quanto fatto e dimostrato negli anni precedenti, si rivela un vero e proprio inferno. Un quinto posto al debutto, poi l’amaro esonero, il primo di una carriera di tutto rispetto ma che avrebbe potuto regalargli di più. Il prossimo 30 giugno scadrà il suo accordo con i nerazzurri, dopo un anno di totale assenza dai palcoscenici nazionali e internazionali. Dal 1 luglio la sua nuova avventura avrà ufficialmente inizio, con il Watford reduce da una salvezza piuttosto agevole (45 punti) e intenzionato a migliorarsi sempre di più, forte soprattutto di elementi in rosa di un certo spessore che abbiamo imparato a conoscere nella nostra serie A, come Behrami, Britos (entrambi allenati in passato dal tecnico toscano), Suarez, Abdi, Holebas e la punta di diamante Ighalo, per il quale in estate ci saranno sicuramente diverse offerte. Mazzarri torna in pista. Anzi, on the road: è proprio il caso di dirlo. La Premier League ora non è più soltanto un sogno.
 

Foto: goal.com