MBIA, IL TACCO DELLA DISCORDIA
25.04.2014 | 10:30
Il suo gol di tacco al 33’ del primo tempo, viziato da posizione di fuorigioco, ha mandato su tutte le furie Juan Antonio Pizzi, l’allenatore del Valencia, consapevole che la prodezza di Stéphane Mbia (o M’Bia, fonti discordanti, ci atteniamo all’ultimo orientamento del sito internet dell’Uefa) potrebbe risultare fondamentale per la qualificazione alla finale di Europa League. Pochi minuti dopo il Siviglia ha poi realizzato con Bacca il punto del definitivo 2-0 e se è vero che già nei quarti il club dei pipistrelli aveva ribaltato il medesimo risultato contro il Basilea, lo è anche il fatto che certe imprese difficilmente riescono consecutivamente.
Lo avete già intuito, la copertina di oggi è dedicata proprio a MBia, prestante centrocampista attualmente militante in prestito nel team andaluso ma di proprietà del Queens Park Rangers che la scorsa estate, dopo la retrocessione in Championship, non potette far altro che concedergli il foglio di via, sia pur a titolo temporaneo. Nazionale camerunense, 41 presenze e 3 gol sin qui collezionate con i Leoni d’Africa, fisicamente (190 cm per 85 kg) ricorda abbastanza Patrick Vieira, ma il paragone con l’ex campione transalpino si ferma qui, perché il nostro personaggio del giorno è un ottimo interprete della zona mediana sì, ma i livelli dell’ex Juve e Inter erano decisamente superiori.
Stéphane Mbia Etoundi nasce a Yaoundé, capitale del Camerun, il 20 maggio 1986, e cresce nella Kadji Sports Academy di Douala, per intenderci la stessa scuola dalla quale ha spiccato il volo Samuel Eto’o. Nel 2003 lascia il suo Paese per rispondere alla chiamata del Rennes, il sodalizio più lesto ad intravedere nel ragazzo qualità da affinare nel vecchio continente. Nel quinquennio trascorso tra le fila dei Les Rouges et Noirs scende complessivamente in campo 131 volte, con 7 reti all’attivo.
Affermatosi come uno dei talenti più limpidi dell’intera Ligue 1, l’Olympique Marsiglia nell’estate del 2009 affonda il colpo e il 10 luglio, dopo avergli fatto sottoscrivere un quadriennale, ne annuncia l’acquisto. All’ombra del Velodrome per Stéphane arrivano soddisfazioni importanti: 1 campionato, 3 Coppe di Lega e 2 Supercoppe di Francia, oltre ad un’interessante rivisitazione della sua collocazione in campo. Formatosi calcisticamente come classico frangiflutti davanti la difesa, nell’OM a volte è stato infatti schierato nel cuore del reparto arretrato, adattamento metabolizzato senza problemi alla luce di un’esplosività abbinata ad indiscusse qualità nel gioco aereo. La sua zona di competenza resta però la terra di mezzo, recuperare palloni e far ripartire l’azione è il suo mestiere, senza affatto disdegnare incombenze da costruttore di gioco.
Procedendo innanzi, l’esperienza in Francia termina nell’agosto del 2012, quando il giocatore vola in Premier per mettersi a disposizione del QPR, che chiude con l’africano una campagna acquisti importantissima (Julio Cesar, Bosingwa, Park Ji-Sung, Samba, Granero, Remy tra gli altri) che però non basterà ad evitare il declassamento a fine stagione, malgrado l’esperienza dei due tecnici succedutisi in panchina a Loftus Road: Mark Hughes ed Harry Redknapp.
Dell’approdo nella Liga abbiamo già parlato, per quanto riguarda il futuro molto dipenderà dalla società di Castro, che con i londinesi ha pattuito il diritto di riscatto per acquisirne le prestazioni definitivamente. Un paio di giorni fa la stampa spagnola lo ha accostato alle ambiziosissime Liverpool, Everton e Inter, ma Mbia – espressamente interpellato al riguardo – ha allontanato qualsiasi voce, auspicandosi per il prosieguo della sua carriera la permanenza in Andalusia, dove ha dichiarato di aver trovato la propria dimensione ideale.
Va però sottolineato come un’eventuale offerta concreta da parte di un top club potrebbe indurlo a riconsiderare la questione: certi treni possono passare una volta sola, specie alla soglia dei 28 anni, ormai nel pieno della maturità calcistica. Prima però c’è una finale di Europa League da conquistare e, fra una settimana, tutta Siviglia avrà un occhio puntato sul Mestalla e l’altro sul display del primo marchingegno tecnologico alla portata, per “tifare” contestualmente Benfica: giocarsi eventualmente la Coppa contro la Juve allo Stadium non sarebbe di certo l’ideale. Noi, da italiani, la pensiamo ovviamente in maniera diametralmente opposta.