Le vie del mercato sono infinite, tra formule e campionati spesso e volentieri poco noti a buona parte degli addetti ai lavori. Capita però che la soluzione possa anche ritrovarsi dietro l'angolo, direttamente in casa. Nel mondo laziale è il caso di Danilo Cataldi, rientrato in estate alla casa madre dopo le altalenanti esperienze in prestito al Genoa e al Benevento.
Il centrocampista, come avvenuto per Florenzi e Bernardeschi, da ragazzo aveva trovato nel Crotone l'ambiente ideale per crescere in cadetteria, accumulare esperienza, meritarsi il ritorno in biancoceleste e la considerazione delle rappresentative azzurre. Qualche infortunio, la concorrenza di grande livello, qualche incomprensione con l'ambiente, improvvisamente le strade si sono separate, ad un certo punto sembrava un addio, non un arrivederci. Tanta voglia di riscatto nella sponda rossoblu di Genova, un buon minutaggio a Benevento in un'annata però maledetta per i sanniti. La Lazio sembrava aver accantonato definitivamente quel giovane talento, la tifoseria organizzata non aveva perso occasione per contestarlo per ragioni poco comprensibili, la sua carriera sembrava ormai proiettata verso una nuova collocazione da trovare quanto prima a titolo definitivo. Resettare appariva l'unica soluzione fattibile. In estate il ritorno alla Lazio, per molti ritenuta una scelta provvisoria e quasi forzata in vista della prossima sistemazione, invece il classe '94 ha conquistato tutti con le sue tradizionali caratteristiche; qualità, abnegazione, attaccamento alla maglia e voglia di combattere su ogni pallone. La gara con la Spal non era assolutamente semplice, sia per la recente debacle subita contro l'Inter, sia per la capacità degli emiliani di far male in trasferta, basta chiedere ai cugini giallorossi. Nel momento in cui la gara era stata riportata in bilico dal sigillo di Antenucci, ci ha pensato il centrocampista a chiudere definitivamente la gara con un'autentica sassata dalla lunga distanza. Un bolide che riassume a 360° il momento vissuto dal diretto interessato; sofferenza, rabbia, voglia di dimostrare che la Lazio ha sempre rappresentato la sua vita calcistica, desiderio di recuperare il terreno perduto e ritornare protagonista a livello di club e, perchè no, con la maglia azzurra. Tanta manna anche per Simone Inzaghi, impegnato in un turnover di qualità per mettere in campo un 11 competitivo sui tre fronti. Grandi doti balistiche, capacità nell'aggredire gli spazi ed inserirsi senza palla, determinazione in fase di non possesso, dinamismo a tutto campo, buona visione di gioco. Un mix messo in luce nella sfida contro la Spal, una prestazione convincente che ha meritato gli applausi del suo pubblico. Un bagaglio tecnico – tattico di un certo livello, un potenziale valore aggiunto da molti non considerato ai nastri di partenza. Una piacevole sorpresa, una conferma a posteriori. Il Cataldi ammirato all'Olimpico rappresenta senza ombra di dubbio un titolare aggiunto nell'impegnativa annata biancoceleste. Per la serie “gli amori non finiscono mai”. Basta crederci, non arrendersi alle prime difficoltà, in prima battuta ostacoli insormontabili, col senno di poi momenti di riflessione, consolidamento e rilancio.