In estate tifosi e addetti ai lavori si erano divisi in merito alla bontà dell'operazione Duvan Zapata. Chi sosteneva eccessiva la valutazione assegnata al colombiano, chi non si capacitava di una cessione piuttosto inaspettata in casa blucerchiata.
L'inizio di stagione non è stato indimenticabile, le giustificazioni non sono però mancate. Da qualche acciacco fisico ad una condizione fisica estiva lontana dal top, dal fisiologico ambientamento nella nuova realtà tattica di Gasperini all'impatto psicologico del collettivo post Copenaghen.
Nell'ultimo mese e mezzo la Dea è tornata a viaggiare velocemente, recuperando buona parte del terreno perduto. Nel frattempo molti elementi chiave hanno assunto un ruolo di primo piano, in termini di dinamismo, concretezza e duttilità tattica.
Tra loro impossibile non far riferimento a Duvan Zapata, autore di cinque reti nelle ultime tre giornate. Un bel vedere per efficacia, forza fisica, corsa e abnegazione. Contro la Lazio il suo straripante stato di forma si è rivelato determinante per conquistare l'intera posta in palio in uno scontro diretto per l'Europa.
Duvan Zapata ha rappresentato un'autentica spina nel fianco per la retroguardia biancoceleste. Al primo affondo, non è trascorso nemmeno un minuto, frittata difensiva e il colombiano in girata non perdona.
Wallace non riesce mai a contenere le sue sgroppate sull'out sinistro e inevitabilmente ecco la superiorità numerica a creare occasioni da goal. Simone Inzaghi è stato costretto a rimodellare il reparto arretrato alla ricerca delle agognate contromisure, obiettivo non pienamente raggiunto.
I capitolini hanno provato il forcing e pensavano con il colpo di testa di Acerbi di essere riusciti ad evitare il k.o. ma il Var, stavolta non a proprio favore, è intervenuto a segnalare un offside di pochi centimetri. L'assedio laziale sarebbe stato ancora più pressante e coinvolgente se l'ex bomber blucerchiato non fosse riuscito a giocare di sponda, subire alcuni interventi fallosi e far reparto da solo.
Non siamo nemmeno a metà stagione ed è presto per stilare bilanci. Una cosa è certa: l'Atalanta si coccola il suo Duvan e ritiene che il bello debba ancora arrivare.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net