Ci sono uomini, professionisti che amano affrontare continuamente nuove sfide, mettersi sempre in gioco, senza il timore dei rischi, con la consapevolezza di poter davvero cambiare lo scenario.
È il caso di Walter Zenga, con il quale il Venezia è letteralmente rinato. I lagunari erano partiti male in stagione, sotto la gestione Vecchi i risultati non sono arrivati, il gioco non ha convinto e in estate l'organico non dava la sensazione di un rafforzamento.
Senza poi trascurare un aspetto assai temibile: la sensazione che non sarebbe stato assai semplice ripartire da zero, gestire la fine dell'entusiasmante ciclo con Pippo Inzaghi e un triennio da sogno con la nuova proprietà: due promozioni consecutive e un play-off. Anche l'ambiente e il gruppo davano segnali di non trovarsi a proprio agio nel limbo tra ambizioni ridimensionate e una nuova mentalità da acquisire al più presto.
Fino a quando non è arrivato in panchina l'Uomo Ragno. Un calendario terribile, le sfide con corazzate Verona, Palermo e compagini del livello di Cremonese e Brescia apparivano proibitive, invece sono arrivati punti pesantissimi.
Il gruppo aveva bisogno di uno scossone, la classifica era deficitaria e si faticava ad intravedere la luce in fondo al tunnel. La salvezza rappresentava un obiettivo lontano, invece Zenga ha dato massima fiducia ai propri ragazzi, caricandoli, stimolandoli con dichiarazioni rivolte ai quartieri alti con l'obiettivo di trasmettere una mentalità vincente, più forte della paura.
Il campo gli ha dato immediatamente ragione. 3 vittorie, 2 pareggi, una sola sconfitta contro il Cittadella nonostante avversari sulla carta superiori. Fin dall'esordio Zenga ha avuto il merito di ritrovare la compattezza difensiva, garantire un mix di quantità - qualità in mediana, oltre a valorizzare finora al meglio l'organico a disposizione; la voglia di spaccare il mondo dei giovani e il carisma dei veterani.
Il pesante successo su un Brescia in rampa di lancio rappresenta il simbolo del lavoro svolto, tre punti pesanti come un macigno, anche in considerazione di oltre un'ora in inferiorità numerica.
La stagione è lunga ed estenuante in particolare in cadetteria, la guida tecnica è la prima ad esserne consapevole. Sarà fondamentale mantenere alta la concentrazione del gruppo e gestire i momenti futuri con altrettanta efficacia. Per prevedere il futuro servirebbe Nostradamus, per valutare l'attualità basta analizzare i fatti e i numeri. E il Venezia non poteva trovare allenatore migliore per continuare a dare linfa all'umile ambizione.
Diego Anelli Direttore www.sampdorianews.net