Friuli, terra di…portieri. Il più importante, per distacco, corrisponde all’identikit di Zoff, monumento troppo presto offuscato - nell’immaginario collettivo - dalla grandezza di Gigi Buffon. Super Dino partì dall’Udinese per poi fare la storia dell’Italia intera e della Juve. Proprio il club bianconero friulano, negli ultimi anni, ha rinverdito la tradizione, sparando una cartuccia dietro l’altra. In principio fu Simone Scuffet, che dopo la strepitosa parentesi della stagione 2013-14 non è riuscito a confermarsi (seconda stagione alle spalle di Karnezis, intervallata dall’esperienza da titolare - con allegata retrocessione - a Como in B). Un domani verrà il momento di Samuele Perisan, attuale terzo portiere a Udine ma già nel giro dell’Under 20 di Bubu Evani. Oggi, però, le copertine spettano soprattutto ad Alex Meret, che lo step dell’Under 20 invece lo ha saltato a piè pari. Ma procediamo con ordine. Nel giugno del 2015, ai tempi Alex difendeva la porta dell’Italia Under 19, l’ex ct Antonio Conte lo chiamò a sorpresa - extra lista – ma per uno stage di quelli veri, ossia con i titolari (juventini esclusi, poiché alle prese con la finale di Champions poi persa col Barcellona), senza nulla togliere a quello di Ventura al quale parimenti parteciperà. Il più bello dei fulmini a ciel sereno per chi era diventato maggiorenne da un paio di mesi. A qualcuno sembrò una sorta di premio per un ragazzo che stava percorrendo tutta la trafila nelle Nazionali juniores, a partire dall’esordio in Under 16 - agli ordini di Zoratto - del 6 settembre 2012. In realtà l’allenatore salentino, oggi al Chelsea, aveva perfettamente intravisto in Meret il pedigree del predestinato e continuò sempre a tenerlo in considerazione, al punto da aggregarlo - sempre da esterno - anche al gruppo dei pre-convocati a Euro 2016. Per la serie: “Continua a respirare la stessa aria dei più grandi, che tanto prima o poi toccherà a te”.
Impegni sempre più frequenti che, dopo aver richiesto anche un momentaneo cambio di scuola, non ne pregiudicarono comunque il conseguimento della maturità scientifica, agguantata all’inizio dello scorso luglio. Pochi giorni dopo Meret era nuovamente in campo, a dispetto del periodo vacanziero, per inseguire - da titolare - il sogno continentale con l’Italia Under 19 di Paolo Vanoli, la cui corsa si è arrestata soltanto in finale al cospetto della più quotata Francia. Proprio durante l’Europeo di categoria si concretizzava il primo trasferimento della sua carriera, con la Spal che il 14 luglio ne ufficializzava l’acquisto in prestito dal club dei Pozzo che aveva scelto la società di Ferrara per far fare le ossa al campioncino in erba. Mossa rivelatasi azzeccatissima, dal momento che Alex si sta rivelando uno dei punti di forza della sorprendente matricola di Semplici. Partita per salvarsi, al ritorno in B dopo 23 anni, la compagine estense è in piena corsa addirittura per la promozione diretta: il sogno di tornare in quella Serie A abbandonata nel 1968 può essere cullato realmente.
Anche ieri sera Meret si è meritato la copertina, uscendo imbattuto per la sesta volta in stagione (15 presenze sin qui, al netto di una fastidiosa micro frattura al polso). E per di più da un campo ostico come quello del quotatissimo Verona, prodigioso il suo intervento su Cappelluzzo. Nato a Udine, il 22 marzo del 1997, Alex è cresciuto sulle orme di papà Arrigo e zio Marino, entrambi portieri a livelli inferiori. All’età di 5 anni per la prima volta si posizionò tra i pali, senza sapere che non ne sarebbe uscito più e che avrebbe incassato riconoscimenti a ruota, compreso quello di miglior estremo difensore del campionato Primavera. Cresciuto a Rivignano nel mito di Buffon (“Il primo regalo che ricordo? I guanti e la divisa del grande Gigi”, ebbe a dichiarare in un’intervista del 2015), Meret ha la testa sulle spalle, è consapevole della propria forza ma anche dei margini di miglioramento “posso crescere in ogni aspetto, a cominciare dal coraggio nelle uscite alte. E devo diventare più 'vocale' nel guidare la difesa”. Ben strutturato fisicamente (190 cm per 82 kg), sembra proprio essere diventato lui per la prospettiva l’uomo forte dell’Udinese, con la quale mai ha esordito in campionato, solo 2 presenze in Coppa Italia la scorsa stagione contro Atalanta e Lazio. Al fianco dei grandi Meret c’è sempre stato: “Dopo un'amichevole tra la Nazionale di Prandelli e l'Under 17, mi chiesero di restare in campo perché Pirlo voleva allenarsi sulle punizioni. Fu un esame di laurea, altro che maturità”. La mission però è consolidarsi nel calcio che conta. Dall’agosto del 2016 è entrato nel giro dell’Under 21 di Gigi Di Biagio, il suo futuro con la massima gradazione di azzurro viene dato per scontato. Ma Alex sa che di scontato nulla c’è, l’esperienza dell’amico per la pelle Scuffet insegna, quindi avanti adagio con un obiettivo per volta. A partire dal sogno Spal da coltivare fino alla fine, per poi provare a conquistarsi l’Udinese dei grandi in vista di un prosieguo di carriera che si preannuncia sfavillante.
Foto: sito ufficiale Spal