La classifica marcatori da sempre fa gola a qualsiasi bomber, a maggior ragione in un proscenio tatticamente complicato come la Serie A. E in questa stagione tanti sono gli attaccanti che si stanno mettendo in mostra, centravanti più che altro: i quattro big che stazionano al secondo posto a 15 reti (Higuain, Dzeko, Icardi e Belotti), Immobile a quota 12 seguito da Kalinic, Simeone e Borriello, tutti sin qui autori di 10 gol in campionato. Sul trono, però, in attesa di Roma-Fiorentina di domani sera, ad ora c’è Dries Mertens in beata solitudine. Già, un falso nueve reinventato tale nell’ambito del tridente leggero varato dal genio di Maurizio Sarri, dopo l’infortunio (ormai smaltito) di Milik. Merito, da ultimo, della tripletta realizzata al Dall’Ara nel pirotecnico 7-1 rifilato dal Napoli al Bologna di Donadoni. Al di là dei numeri che andremo a snocciolarvi, il formidabile folletto belga, 169 centimetri di classe e imprevedibilità applicate al calcio, finora è stato il simbolo di una squadra che ha metabolizzato nel migliore dei modi non solo il famigerato addio del Pipita, ma - appunto - anche i quattro mesi di assenza di colui che era stato scelto per sostituirlo, più che egregiamente a giudicare da quello che era stato l’impatto del polacco classe 1994.
Arrivato all’ombra del Vesuvio dal PSV Eindhoven nell’estate del 2013, per circa 10 milioni di euro, nelle due stagioni alle dipendenze di Rafa Benitez Mertens aveva fatto registrare i seguenti ruolini: 47 presenze, con 13 gol e 12 assist, nella stagione 2013-14, e 51 presenze, con 10 reti e 12 passaggi vincenti, nel 2014-15. La scorsa annata, la prima con Maurizio Sarri al timone, erano state 11 le segnature nelle 40 partite disputate nelle varie competizioni, "appena" 7 gli assist. Quest’anno le statistiche di Dries sono impressionanti: nelle 28 presenze messe a referto sin qui sono già 20 i gol realizzati (16 in campionato e 4 in Champions League) e 11 gli assist. Il suo record assoluto è di 27, fra campionato, Europa League e Coppa d’Olanda nella stagione 2011-12. Altri scenari, altri avversari. Numeri, quelli attuali, a corredo di prestazioni costantemente sopra la media. Dopo anni da prima alternativa, impegnato nel costante ballottaggio con Insigne che spesso lo vedeva soccombere, l’attaccante di Leuven si è preso il Napoli, senza se e senza ma. Si diceva fosse più utile farlo partire dalla panchina per sfruttare le sue caratteristiche, ideali per spaccare partite bloccate. Mertens invece ha dimostrato di possedere anche le qualità per incidere da titolare fisso. Le qualità del trascinatore vero, in grado di accendere perennemente la luce negli ultimi 25 metri.
Il suo contratto scade nel 2018, per il Napoli è la priorità e le attuali performance vanno chiaramente tenute in considerazione. Una considerazione ci permettiamo di aggiungere. Nel calcio di oggi, delle quotazioni che crescono a dismisura in men che non si dica, un Dries con una carta d’identità diversa (compirà 30 anni il prossimo 6 maggio) non avrebbe - quasi - prezzo, volendo richiamaree un datato e fortunatissimo spot. Sì, questo Mertens, a cotanti livelli, se di anni ne avesse 25 o 26 sarebbe davvero un giocatore da 100 milioni, valutazione europea e non cinese. Da 12° uomo a capocannoniere: la più bella parabola. Con il Real Madrid nel mirino…
Foto: sito ufficiale Napoli