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Mihajlovic ma non solo: cosa manca a questo Bologna per il salto di qualità

09.11.2019 | 12:02

Manca sempre l’acuto definitivo. La si potrebbe descrivere così, l’epoca recente di questo Bologna. Una squadra che sta trovando solidità e stabilità nella massima serie, nel corso degli ultimi anni. Ma che mai sta riuscendo realmente a far sognare i propri tifosi, nonostante una piazza storica ed importante.

La svolta, importante, della scorsa stagione era arrivata con l’avvento di Sinisa Mihajlovic in panchina. Un condottiero nel senso più puro del termine, capace di mettersi sulle spalle una squadra, quella felsinea, e trascinarla ad una salvezza vitale. Una figura divenuta immediatamente emblematica quella del tecnico serbo, sia per la squadra che per l’intero ambiente emiliano.

Adesso, però, Sinisa in panchina fisicamente non c’è. Continua, certo, a lavorare per il suo Bologna, ma l’altra battaglia, quella contro la leucemia, lo sta temporaneamente tenendo lontano dai suoi ragazzi. Che, inevitabilmente, ne stanno risentendo, come ammesso dallo stesso Bigon al termine della disfatta di Sassuolo.

Non si può, però, pensare che sia solo Mihajovic a mancare in questo Bologna. Che vanta giocatori di talento nella propria rosa. Vedi Orsolini, vedi Soriano e Sansone, anche se spesso ad intermittenza. Ma, ai rossoblù, manca anche una vera prima punta, al netto del rendimento di un encomiabile Palacio che, però, a 38 anni non può cantare la messa e portare la croce ogni settimana e della foga di Santander. Senza dimenticare, poi, il rendimento altalenante degli esterni difensivi, ieri sera ripetutamente messi in difficoltà da Boga e Berardi.

Sì, insomma. Questo Bologna avrebbe bisogno di riavere il suo condottiero, il suo Sinisa. E, ovviamente, la speranza è che succeda presto, prestissimo. Ma i felsinei avrebbero anche bisogno, a gennaio, di un paio di pedine importanti, se davvero si mira a fare il salto di qualità da tanti auspicato.

Foto: Bologna Twitter