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Milan-Atalanta: un girone dopo, tutta un’altra storia

24.07.2020 | 18:00

Il Natale era alle porte. Ma prima per il Milan c’era una partita importante e delicata da disputare. Il 22 dicembre in casa rossonera verrà ricordato come la domenica in cui il Milan perse sonoramente in casa dell’Atalanta. Un 5-0 pesante come un macigno che impose serie riflessioni sull’avvenire della squadra. Le reti di Pasalic, Gomez, Muriel e la doppietta di Ilicic furono la scintilla per cambiare e modificare corso degli eventi. Serviva una scossa. Il Milan aveva bisogno di un leader e l’esperienza, il carisma e la saggezza di Zlatan Ibrahimovic erano le soluzioni da apportare nel breve termine. Con l’inizio del 2020, i rossoneri hanno avuto una crescita evidente. Tangibile a tutti. Un miglioramento netto sul piano del gioco e dei risultati e che ha garantito il rinnovo di Stefano Pioli fino al 2022. La squadra è cresciuta anche sul piano mentale. Un atteggiamento decisamente diverso da quello manifestato nell’incipit stagionale. Dopo il lockdown, il Milan risultata la squadra più in forma del campionato, insieme con Atalanta e Sassuolo. Zlatan e compagni sono imbattuti dallo scorso mese di marzo. Una striscia positiva che ha scatenato la reazione societaria: niente più Rangnick, fiducia totale per l’allenatore attuale. La scelta più giusta. Più logica. Perchè nel calcio contano i risultati. E l’ex tecnico tra le altre, di Lazio, Inter e Fiorentina, ha saputo svoltare in tempo una stagione cominciata con tantissime difficoltà e problematiche. Pioli ha superato e gestito in maniera esemplare lo stop del campionato, in seguito all’emergenza da Covid-19, guadagnandosi la permanenza a Milanello per le due prossime stagioni.
Foto: Ibra-Leao Twitter uff Milan