Ventisei gol subiti in diciassette partite. Basta questo dato per capire quanto la difesa della Lazio sia in difficoltà quest'anno, almeno in campionato. Già, perché il primo posto ottenuto nel girone di Europa League (in cui, a onor del vero, i biancocelesti hanno incassato la media di una rete a partita) assume sempre più i contorni di un'oasi nel deserto. I vari Mauricio, Gentiletti e Hoedt, che il tecnico Pioli ha provato sapientemente ad alternare tra tutte le competizioni, non hanno dimostrato la necessaria affidabilità e la continuità di rendimento che nella passata stagione avevano permesso a Candreva e compagni di sfiorare addirittura il secondo posto finale alle spalle dell'imprendibile Juventus. Mai come adesso l'assenza di De Vrij (che ne avrà fino a luglio) si fa sentire, mai come adesso un rinforzo per la retroguardia era di vitale importanza. Il primo tassello è già sbarcato a Formello: si tratta di Milan Bisevac. Manca ancora l'ufficialità dell'operazione, ma il difensore serbo classe 1983 ha già sostenuto con successo le visite mediche: il secondo affare di mercato sull'asse Tare-Kezman, dopo Milinkovic-Savic, è servito. E lo stesso Pioli è apparso fin da subito soddisfatto, come annunciato nella conferenza stampa pre-Carpi: "E' un giocatore, affidabile, intelligente e con personalità. Ho bisogno di giocatori così. Di più non posso dire, ma sono contento che il primo rinforzo sia già arrivato".
Nato a Kosovska Mitrovica il 31 agosto di 33 anni fa, Bisevac ha alle spalle una carriera fatta di alti e bassi. Bask Belgrado, Bežanija e Železnik le modeste esperienze precedenti l'approdo alla Stella Rossa. Qui, in tre stagioni, collezionerà 59 presenze, 3 reti e soprattutto i primi e unici titoli vinti da calciatore, lo scudetto e la Coppa di Serbia nel 2006. Da allora ecco che comincia la sua lunga militanza nel campionato francese. Prima Lens e Valenciennes, poi il definitivo upgrade con il Psg nella stagione 2011/2012, la prima delle due con in panchina un certo Carlo Ancelotti che mai ha nascosto il proprio apprezzamento nei suoi confronti. Di certo non un caso, per arrivare a quei livelli di stoffa doveva per forza averne, anche se è chiaro che non parliamo ancora dello squadrone che ora sembra maturo per vincere anche la Champions League. Una sola stagione all'ombra della Tour Eiffel, poi il Lione decide di sborsare 2,5 milioni di euro per il suo cartellino e affidargli le chiavi della propria terza linea. 185 centimetri di altezza, fisico massiccio, negli anni ha saputo adattarsi in caso di necessità al ruolo di terzino destro, ma è al centro della difesa che dà il meglio di sé. Ottimo stacco aereo, bravo negli inserimenti su calcio piazzato, forse non ha quell'esplosività nelle gambe che gli avrebbe permesso di restare a lungo ad altissimi livelli, ma se in forma si può tranquillamente fare affidamento su di lui. Già, la tenuta fisica. A febbraio 2015 il grave infortunio (rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro) lo hanno relegato a ben poco ambizioso status di vice Yanga-Mbiwa, che a Lione ne sta combinando di tutti i colori. Le sue vittorie più grandi? Fuori dal campo. Nel 2013 aiutò economicamente una bambina affetta da una rara malattia curabile solo con cellule staminali, l'anno dopo fece un appello su Facebook per raccogliere fondi e consentire una delicata operazione ad Aleksandar Jankovic, oggi in salute e allenatore del Mechelen. La speranza dei tifosi della Lazio è che anche sul rettangolo verde possa mettere fine all'emorragia di emergenza gol subiti, ormai il leit motiv di questa prima metà di stagione.
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