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Milan tarallucci e vino

21.09.2012 | 15:37

C’era una volta il Milan, primo club al mondo non soltanto per titoli conquistati. Ma per un culto dell’immagine da standing ovation. Qualsiasi cosa fatta con la massima discrezione, senza fughe di notizie: anche quando Gullit si scatenava di notte, Ronaldinho non rientrava a casa e Ibrahimovic faceva a cazzotti con qualche compagno. Quel Milan era un esempio assoluto, dentro e fuori dal campo, chiunque glielo avrebbe riconosciuto. Oggi c’è il Milan tarallucci e vino. E se anche un grande dirigente come Adriano Galliani perde il controllo della realtà e ordina goffe retromarce significa che siamo all’anno zero. E che bisogna rialzarsi al più presto. Galliani diffidi di tutti quelli, giornalisti compresi, che gli dicono che è un momento e passerà. Sono i famosi ruffiani in servizio permanente effettivo che dinanzi a certe vicende preferiscono fare cronaca piuttosto che esprimere un giudizio. Urge lavorare per ripristinare il Milan. Diciamolo chiare e forte: la vicenda Inzaghi-Allegri è grave. E la retromarcia di poche ore fa (convocazione di entrambi in sede, foto di circostanza con sorrisi chilometrici e parole di circostanza) è goffa. Non da Milan: tarallucci e vino, appunto. Negare l’evidenza dei fatti come se fossero state invenzioni significa pensare che gli altri siano imbecilli. E che possano bere qualsiasi cosa e accettare ogni spiegazione.  Allegri e Inzaghi si detestano da una vita, se l’allenatore avesse potuto avrebbe volentieri evitato l’ultimo anno di Pippo da calciatore. Quando notò che non sarebbe stato possibile si scatenò con decisioni a catena: esclusione della liste Champions, spezzoni sempre più… spezzettati di partita, umiliazioni figlie di un incompatibilità totale. Non che Pippo sia uno stinco di santo, ma nell’ultimo periodo ha offerto quasi sempre l’altra guancia collezionando schiaffoni uno dietro l’altro. E non lo avrebbe meritato, non fosse altro che per il suo prestigioso curriculum con la maglia rossonera. Ma che una visita di Max a Vismara per salutare i colleghi del settore giovanile rossonero si trasformi in un clamoroso (sia pur breve) scontro verbale è una storia che dovrebbe avere il seguente epilogo: multa per entrambi, scuse reciproche e avanti così. Il Milan ha scelto la strada del negare e del minimizzare, i due si sono fatti fotografare come vecchi fratelli. “Non è successo nulla”. “Pippo Inzaghi ha tutto per diventare un allenatore importante”. “Lasciate lavorare in pace Allegri”. Convocati da Galliani, si sono costituiti in nome della diplomazia. Tarallucci e vino: il Milan mediti. E memorizzi: non è scontato, anzi, che tutti credano all’asino che vola.