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Milan, un ribaltone firmato Pioli. Figlio della logica. Ora cambia tutto (anche per Ibra e Maldini)

22.07.2020 | 13:30

La logica. Forse quella, soprattutto quella. Il Milan ha deciso di andare avanti con Stefano Pioli, cancellando qualsiasi tipo di traccia legata a Rangnick. Una storia incredibile, non sconvolgente se pensiamo ai risultati e anche alla corda che era stata tirata (troppo) in relazione all’avvento di un signore contattato troppo presto (prima della chiusura del 2019), accostato con certezza al Milan, prima che… Prima che Pioli inanellasse risultati su risultati, la squadra post Covid è stata un portento, se si giocasse per un altro mese il Milan magari le vincerebbe tutte e prenoterebbe un posto in Champions. Pioli ha dovuto sopportare di tutto e di più, i contatti e gli incontri erano reali, mica campati per aria, si è aggrappato al Milan con fede. Alla fine li ha convinti a suon di vittorie. Da un lato è meglio così: non si può cambiare ogni anno pensando di ricominciare da zero come se nulla fosse. Certo, con Rangnick forse sarebbe arrivato qualche talento di grande spessore ammaliato dal nuovo profeta. Ma il Milan è il Milan, deve arrivarci da solo e non tramite scorciatoie. E di sicuro ora cambieranno le posizioni di Zlatan Ibrahimovic e di Paolo Maldini. Il primo dal nostro punto di vista andava confermato a prescindere, dal suo arrivo lì ha svegliati tutti, è stati determinante, altro che quasi 39enne alla canna del gas… Maldini ha sopportato abbastanza molte cose strane, aveva chiuso a Rangnick timbrandolo come inadeguato per il Milan. Ora che il suo arrivo è un ricorso, facile pensare che anche lui saprà rientrare dalla porta principale. La notte non ha portato consiglio, ha messo il Milan – ancora prima dell’alba – di tenersi quanto aveva conquistato negli ultimi mesi, con la forza del lavoro. Senza buttare tutta dalla finestra, come si fa – spesso in modo inopportuno – l’ultima notte dell’anno.

 

Foto: Instagram Milan