Miretti: “Difficile l’adattamento in prima squadra. La Juve è un sogno, conosco i miei doveri”

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Fabio Miretti, giovane talento della Juventus, è intervenuto in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei cronisti presenti. Ecco le sue dichiarazioni: "Sono arrivato alla Juve quando ero bambino, a 8 anni. Ho fatto tutto il percorso qui alla Juve, fino ad arrivare a quest'estate che sono arrivato poco dopo l'inizio del ritiro. Essere cresciuti nel settore giovanile ci fa arrivare pronti, conosciamo i nostri doveri verso la società. Questa è una questione di identità che portiamo dentro da tanti anni. In un contesto di prima squadra il mio compito è quello di imparare dai giocatori più esperti, non trasmettere valori che sanno già". Poi sulle difficoltà incontrare nel momento del salto in prima squadra: "La cosa più difficile che ho dovuto affrontare è stato l'adattamento fisico, di forza, velocità. I livelli sono chiaramente diversi. Un aspetto che mi ha messo in difficoltà è quello psicologico, doversi abituare in breve tempo ad allenamenti e partite con la prima squadra. Giocatore? Il mio idolo era Nedved, poi man mano ho cambiato anche ruolo. Ora il mio punto di riferimento è De Bruyne". Il centrocampista ha proseguito: "Essere qui è un sogno. Negli anni è diventato un obiettivo, aver raggiunto quest'obiettivo è motivo d'orgoglio. A volte non ti accorgi della fortuna che hai, della società che ti mette a disposizione e lo sottovaluti. Se ti fermi a pensare alla fortuna che hai, ti senti orgoglioso di tutti i sacrifici fatti durante gli anni. Essere qui è motivo d'orgoglio. Il prestito? Non so, sono rimasto qua, le mie forze e il mio pensiero è concentrato alla Juve, sono felice di essere qui". Infine, sulla sfida con il PSG: "Cosa mi ha sorpreso? La velocità e la qualità con cui eseguivano ogni movimento, dallo smarrimento al passaggio. Tutto quello che facevano lo facevano al massimo e con estrema qualità". Foto: Miretti Instagram