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MODRIC DI CASHMERE

04.05.2013 | 09:57

Il nome di Luka Modric sta decisamente tenendo banco in queste ultime ore. In seno al Real Madrid, le parole post Borussia proferite da José Mourinho nella pancia del Bernabeu hanno, di fatto, spalancato le finestre ad una frizzante aria di smobilitazione che potrebbe coinvolgere anche lui, accompagnato e forse schiacciato, nella sua prima stagione alla Casa Blanca, dall’etichetta di più costoso acquisto dell’ultimo mercato estivo. In Italia si é parlato di un interesse dell’Inter, che vorrebbe accostarlo a Kovacic per comporre un binomio croato di puro cashmere in mediana, ma l’agente Mario Mamic si é già premurato di smentire la voce, dichiarando che i due giocheranno assieme soltanto in nazionale, per lo meno nel futuro prossimo. 

Ma adesso riavvolgiamo il nastro e presentiamo il protagonista odierno della nostra rubrica. Modric nasce il 9 settembre del 1985 nella storica Zara, che per secoli fece parte della Repubblica di Venezia, muove i primi passi calcistici e si forma nelle giovanili della squadra della sua città, finché nel 2002 non arriva la chiamata della Dinamo Zagabria, che dopo un anno lo manda a farsi le ossa, nel campionato bosniaco 2003-04, tra le fila dello Zrinjski Mostar, dove Luka mostra tutto il suo talento concludendo con 22 presenze e 8 reti all’attivo e venendo insignito, a soli 18 anni, del titolo di miglior giocatore del torneo. A fine stagione torna alla casa madre, ma la Dinamo vuole testarlo anche nella massima serie croata e lo gira in prestito all’Inter Zepresic. Anche qui il giovane centrocampista lascia immediatamente il segno, confermando la sua spiccata propensione all’inserimento in zona gol e rivelandosi l’autentico craque del girone d’andata: i 4 gol realizzati in 18 partite gli valgono l’immediato rientro alla base nel gennaio del 2005.

La Dinamo Zagabria lo considera, dunque, finalmente pronto e gli affida le chiavi del centrocampo, per poi spostarlo nella batteria dei trequartisti una volta adottato il 4-2-3-1. Da qui in poi la carriera del Cruyff dei Balcani, così ribattezzato più per le fattezze estetiche che per il ruolo, si rivela una progressiva escalation e così, tra un lancio millimetrico, un’imbucata e una botta della distanza, arrivano in serie 3 scudetti, 2 coppe e 1 supercoppa nazionale, parallelamente all’affermazione in nazionale dove, dopo la trafila delle selezioni giovanili, diventa l’autentico faro della Croazia. Al tirar delle somme, in tre stagioni e mezza tra le fila dei blu della capitale, Luka Modric colleziona in campionato 92 gettoni, impreziositi da 26 gol e 31 assist. Numeri eccezionali per un playmaker col contagiri, che si diletta anche a dettare l’ultimo passaggio quando avanza il suo raggio d’azione.

Numeri che attirano l’attenzione del Tottenham, che nell’estate del 2008 versa ben 21 milioni di euro nelle casse sociali della Dinamo per assicurarsi le sue prestazioni e portarlo quindi a White Hart Lane. L’inizio é deludente e il tecnico Juande Ramos, che nel nord di Londra non riesce a replicare le magie di Siviglia, dopo averlo provato in mezzo al fianco di Jenas, lo relega in panchina. Ma con l’avvento di Harry Redknapp, che ne avanza il baricentro riposizionandolo alle spalle delle punte, il biondo centrocampista si consacra definitivamente, riuscendo nell’arco del quadriennio londinese a fare la differenza anche nel campionato più bello del mondo al cospetto dei migliori avversari. La media realizzativa si dimezza, come dimostrano le 13 reti complessive nelle 127 presenze in Premier League, ma ormai Luka è un centrocampista di livello europeo, un vero top player, al punto da attirare la scorsa estate le attenzioni di Manchester United e Real Madrid.

Ferguson é un suo grande estimatore, non ne ha mai fatto mistero e cerca vanamente di trovare un punto d’incontro con gli Spurs, ma l’offerta giusta arriva dai bianchi di Spagna: 30 milioni di euro cash e Modric entra a far parte della collezione dei Galacticos del Real del Florentino Perez bis. Ma all’ombra del “Santiago Bernabeu” l’asso dell’est non rispetta le aspettative. Nella Liga in corso finora fa registrare 28 presenze, di cui 20 da titolare, assaporando la gioia del gol solo nelle larghe vittorie contro Maiorca e Saragozza, rivelandosi decisivo solo nel ritorno degli ottavi di Champions proprio contro i Diavoli Rossi di sir Alex, folgorati dalla sua staffilata da trenta metri che vale il momentaneo pareggio e capovolge l’inerzia del match dopo la discussa espulsione di Nani. Il resto é storia di questi giorni: l’addio di Mou, che lo aveva fortemente voluto in blanco, e l’infittirsi delle voci di mercato. Luka non sembra un elemento imprescindibile per le merengues, che potrebbero anche farlo partire contenendo però l’eventuale minusvalenza.

D’altronde, a 27 anni, il talento di Zara é nel pieno della sua maturità calcistica e può ancora disegnare calcio ai massimi livelli per almeno cinque-sei stagioni. Sulla sponda nerazzurra del Naviglio sperano di vederlo sbarcare alla Pinetina, ma attenzione ai top team della Premier, occhio soprattutto a Fergie che deve rinfrescare la mediana dello United e potrebbe presto bussare alle porte di Valdebebas per iniettare un po’ di cashmere nel motore dei Red Devils.