Monchi, danni alla Roma e anche alla (sua) immagine. Su Di Francesco e Ranieri…
Monchi alla
Roma è stato un flop, anche il suo più grande sponsor oggi sarebbe costretto ad ammetterlo. Acquisti sbagliati, cifre sproporzionate spese, il lontano parente del direttore che a
Siviglia aveva tutto da guadagnare e poco da perdere. Alla prima occasione vera da dirigente, con i riflettori addosso, ha fatto testacoda. Arriverà il momento dei bilanci, ma la situazione è fin troppo chiara adesso. Non contento dello scarso contributo dato nel corso della sua esperienza giallorossa, Monchi si è reso protagonista di uno sfogo nei confronti di un gruppetto di tifosi che non può appartenere alla deontologia del dirigente modello. Monchi ha chiesto scusa via social, si è reso conto di essere andato oltre e di non aver mantenuto un controllo che avrebbe dovuto. Ora è possibile che paghi
Di Francesco, ma contemporaneamente dovrebbe pagare anche Monchi. Altrimenti non avrebbe senso. Noi pensiamo che un traghettatore abbia senso soltanto nel caso in cui lo spogliatoio fosse spaccato. Altrimenti è una scelta da 0-0, a meno non che non si pensi che Di Francesco sia l’unico responsabile. E a noi non sembra. Da ieri pomeriggio
Ranieri era l’unica pista praticabile dopo la vana attesa di Paulo
Sousa, bloccato da oltre un mese, e che ha ormai deciso di dire sì alla proposta del
Bordeaux. Ranieri sarebbe l’unico disponibile ad accettare il ruolo di traghettatore. Ma sarebbe davvero la scelta migliore? Abbiamo dubbi. Oggi la Roma naviga troppo a vista per avere una strategia chiara. E quando Monchi chiederà scusa per i mille errori piuttosto che (soltanto) per una reazione verbale non ammissibile nel vocabolario del dirigente modello? Foto: Twitter Roma